NUOVO ‘E TRINCA
Questa volta è stato il
caro amico A. M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi via e-mail di chiarirgli
significato e portata dell’ espressione partenopea che, mi dice, spesso
fu usata da suo padre magnificando la sua opera di calzolaio che dopo d’aver
riparato un paio di scarpe si gloriava di averle cosí ben messe da farle apparire nove
‘i trinche . Gli rispondo che sí
l’espressione usata da suo padre: nove ‘i
trinche ( nuove di trinca) mi è ben nota ed è espressione che ripete con un piccolo adattamento morfologico
un’espressione novo/a de trinca usata
dal Veneto alla Campania passando per il
Piemonte, la Liguria e l’Emilia espressioni
che dovunque riprendono l’iberico nuevo de trinca dove con il s.vo f.le trinca [ deverbale dell’iberico trincar «legare strettamente»] si indica:
1. In marina, robusto collegamento di due o piú parti mediante cavo o catena, a piú passate, fitte e parallele, tesate al massimo: t. del bompresso, collegamento tra il piede del bompresso e il dritto di prua; trinche dell’invasatura, cavi di canapa che legano simmetricamente le colonne dell’invasatura passando sotto la chiglia della nave sullo scalo, dette anche embrici; trinche dei vasi (piú comunem. dette bozze,), quelle che trattengono a terra le testate dei vasi, fino all’istante nel quale si tagliano, lasciando libera la nave di scivolare in mare.
2. Navigare alla t., riferito nel linguaggio marin. a velieri, lo stesso che navigare alla cappa, cioè con le vele disposte il piú vicino possibile alla direzione del vento, in modo da ridurre al minimo la velocità.
3. Nell’uso regionale italiano, come nel caso che ci occupa, l’espressione nuovo di trinca, vale nuovo di zecca, nuovissimo; la connessione semantica della locuzione con i precedenti sign. della voce si coglie tenendo presente che nell’uso iberico manufatti nuovissimi (come stoffe, vele etc) venivano raccolti a tre a tre e legate saldamente tra di loro con una fitta tripla legatura détta appunto trinca. Per estensione nell’uso campano si finí per ritenere di trinca qualsiasi manufatto nuovissimo o che apparisse tale.
1. In marina, robusto collegamento di due o piú parti mediante cavo o catena, a piú passate, fitte e parallele, tesate al massimo: t. del bompresso, collegamento tra il piede del bompresso e il dritto di prua; trinche dell’invasatura, cavi di canapa che legano simmetricamente le colonne dell’invasatura passando sotto la chiglia della nave sullo scalo, dette anche embrici; trinche dei vasi (piú comunem. dette bozze,), quelle che trattengono a terra le testate dei vasi, fino all’istante nel quale si tagliano, lasciando libera la nave di scivolare in mare.
2. Navigare alla t., riferito nel linguaggio marin. a velieri, lo stesso che navigare alla cappa, cioè con le vele disposte il piú vicino possibile alla direzione del vento, in modo da ridurre al minimo la velocità.
3. Nell’uso regionale italiano, come nel caso che ci occupa, l’espressione nuovo di trinca, vale nuovo di zecca, nuovissimo; la connessione semantica della locuzione con i precedenti sign. della voce si coglie tenendo presente che nell’uso iberico manufatti nuovissimi (come stoffe, vele etc) venivano raccolti a tre a tre e legate saldamente tra di loro con una fitta tripla legatura détta appunto trinca. Per estensione nell’uso campano si finí per ritenere di trinca qualsiasi manufatto nuovissimo o che apparisse tale.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento,
soddisfatto l’amico A.M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro
lettori e piú genericamente chi dovesse
imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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