PACCHIANO/A
Questa volta, cari amici, ci troviamo difronte ad una
parola oramai pressoché desueta , ma che fu molto usata negli anni tra il ’40
ed il ’50 dello scorso secolo e fu usata per indicare i contadini, i
provinciali ed estensivamente gli zoticoni ed i rozzi provinciali provenienti
dai paesi (nei quali per altro si rifugiarono parecchi napoletani per sfuggire
ai bombardamenti della seconda guerra mondiale) della campagna partenopea (da
non confondere dunque con i cafoni per solito provinciali di montagna).Ancora
piú estensivamente con il termine pacchiano si identificò il villano, il rozzo
provinciale fisicamente ben pasciuto, e con il corrispettivo pacchiana la
contadinotta di generose forme, quella contadina, detta affettuosamente ‘a
pacchianella ‘e ll’ova, che ogni giorno era solita rifornire le case dei
cittadini sfollati id est:fuggiti dalla città, di generi alimentari freschi
(uova, formaggi,insaccati, latte, burro nonché verdure ed altri prodotti
dell’orto).Chiarito ad un dipresso il concetto di pacchiano/a, passiamo a
parlare brevemente della sua etimologia.Sgombriamo súbito il campo da quella
che – a mio avviso – è solo una graziosa, ma pretestuosa paretimologia e cioè
che con la parola pacchiana e poi il corrispondente maschile si indicasse,
contrariamente al cafone che è montanaro, la contadina, la villana e poi il
contadino, il villano che giungessero in città p’’a chiana attraverso cioè la
pianeggiante campagna. È altresí da escludere una pretesa derivazione
onomatopeica da un ipotizzato, ma non spiegato suono pacc.Cosa mai produrrebbe
nel pacchiano il suddetto suono? Non è dato sapere!...Un’altra tentazione è che
il termine pacchiano/a possa collegarsi al sostantivo italiano pacchia =gran
mangiata e per estensione: vita beata e tranquilla, gioiosa ed allegra (dal
latino: patulum→pat’lum→pac’lum→pacchio e pacchia = cibo,pasto),oppure che il
termine pacchiano/a possa essere un deverbale di pacchiare: vivere beatamente,
satollandosi di cibo e/o altro, senza quasi fatica; a me non pare però che, per
quanto ben nutriti e satolli, i contadini durino una vita che sia solo una
pacchia; ugualmente penso sia da scartare l’ipotesi che pacchiano/a possan
derivare da un tardo latino regionale pachylus ←PACHILós derivato da un pachýs
greco ="grassoccio".
Non resta dunque che aderire, per l’etimologia di
pacchiano, a quanto proposto dal grandissimo prof. Rohlfs che ne congettura una
derivazione per metatesi dal sostantivo chiappa (forgiato su di una radice
indoeuropea klapp) nel significato però non di sasso sporgente, ma di natica,
elemento sporgente del corpo umano, tenendo presente la morfologia fisica del
pacchiano o piú spesso della pacchiana, dotati quasi sempre di sostanziose
natiche sporgenti.
Raffaele Bracale - Napoli
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