‘O NNACCHENNELLO
Il
vocabolo in epigrafe è oggi fra i napoletani piú giovani quasi sconosciuto, mentre persiste nella
memoria e nell’uso di quelli piú avanti negli anni. Con tale vocabolo si indicò
e si indica (con evidenti valore,
accezione, senso, significato, nuance, sfumatura d’ironia se non di
sarcasmo)
il
lezioso, lo svenevole, lo eccessivamente complimentoso, il vagheggino, il
manierato cicisbeo,colui che si comporta in maniera eccessivamente galante nei
confronti del bel sesso; oggidí è figura
quasi del tutto scomparsa atteso che in un’epoca come la nostra che, ahinoi!, à
statuito la parità dei sessi sarebbe impensabile un uomo che si comportasse
verso le donne in maniera tale da
esser paragonato a quei settecenteschi
cavalier serventi che solevano portare lunghe capigliature spartite sulle
fronte e portate sul volto quasi a coprire un occhio, mentre con l’altro,
attraverso un occhialetto,spesso colorato, sogguardavano le dame ; tale postura
faceva pensare che i suddetti cavalieri non avessero che un solo occhio;in francese (lingua usata normalmente
nel ‘700 sia a corte che nei salotti della buona società) la cosa suonava: il
n’a q’un oeil che letto rapidamente diventava
il na-che-nèl su cui i napoletani marcarano il s.vo e/o agg.vo m.le e
solo m.le nnacchennello. Rammento che con i medesimi significati di
lezioso, svenevole, eccessivamente complimentoso, vagheggino, manierato cicisbeo,fu ed è ancóra usato il s.vo e/o agg.vo m.le e solo m.le farenella che illustro alibi.
Raffaele Bracale
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