NFINFERINFÍ
Un carissimo amico mi
à chiesto di illustrare la parola in epigrafe,propostami con una morfologia
inesatta: finfirinfí
.
Gli ò cosí
risposto: Ti significo che il termine di cui mi chiedi piú che come finfirinfí è attestato come nfinferinfí presente quasi esclusivamente
però nella locuzione: ‘E denare d’ ‘o nfinferinfí se ne vanno cu ‘o nfinferinfà da
rendersi come: Il danaro lucrato con facilità, truffaldinamente o con mali
arti, con uguale facilità viene perduto!
-
Quanto
all’etimo di nfinferinfí (ma anche dello nfinferinfà quest’ultimo ricavato per somiglianza o
bisticcio fonico sul primo) si deve
ritenerlo marcato su nfinfero = s.vo/agg.vo m.le e
solo m.le usato per indicare una sorta di millantatore ridicolo e vanesio, un
bellimbusto un po’ guappo ed un po’ vigliacco, quando non un picaro nell’accezione di mendicante d’amore; ed è proprio del millantatore ridicolo e vanesio, del
bellimbusto un po’ guappo ed un po’ vigliacco, del picaro il lucrar denaro con facilità, truffaldinamente o con mali
arti; e veniamo all’etimo di nfinfero
precisando súbito che la parola va scritta, come invece erroneamente capitò
di fare a Luigi Cioffi autore delle parole di una famosa canzonetta, senza alcun segno d’aferesi
iniziale e cioè non si deve scrivere: ‘nfinfero,
ma semplicemente : nfinfero; infatti la enne d’avvio non sta per in→(‘n), ma è semplicemente
la prostesi di una consonante eufonica alla parola finfero; del significato ò
già detto; per l’etimologia ci troviamo nel campo delle ipotesi; infatti
nessuno dei lessicografi partenopei a me noti e che ò potuto compulsare, si è voluto
sbilanciare, rifugiandosi nel limbo pilatesco di un etimo incerto; gli etimi
incerti mi procurano attacchi d’orticaria per cui azzardo una ipotesi che non reputo peregrina e cioè che la parola nfinfero, alla medesima
stregua di fanfaro/nfanfero(fanfaro/nfanfero
e gli accrescitivi fanfarrone/nfaffarrone
ed arcifanfaro o
arcifanfero sono tutti termini
usati per indicare chi parli troppo, per mera iattanza senza fondamenti,
comportandosi da spaccone e gradasso; etimologicamente le parole napoletane,
anche quelle che ricorrono all’arci= archi per significar
sovrabbondanza, son da collegarsi per il tramite dello spagnolo fanfarron all’antico spagnolo fanfa= iattanza) ,
si debba collegare all’antico sostantivo
spagnolo fanfa= iattanza sia pure con il cambio della vocale a in i
che con la u è la vocale piú chiusa e dunque intesa piú elegante dell’aperta a in linea con il vanesio portamento del finfero/nfinfero
rispetto a quello piú gradasso ed aperto del fanfaro/nfanfero, parole in cui
dura la apertissima vocale etimologica a di fanfa.
Mi auguro d’avere soddisfatto l’amico che me ne à chiesto e
di aver interessato altresí qualcuno dei
miei ventiquattro lettori.
Satis est.
R.Bracale Brak
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