PARE
‘O CANTARO ‘MMIEZ’A CCHIESIA.
Letteralmente :
Sembrare il pitale (posto) nel mezzo della chiesa.Id est : sembrare, ma
piú icasticamente, essere qualcosa di incongruo messo in un contesto, un quadro, un insieme,una situazione
che naturalmente gli siano estranei.Icastica
espressione usata a dileggio di qualcosa o piú spesso di qualcuno che siano impropriamente entrati a far
parte di una condizione, posizione,circostanza, contingenza, di per sé non inerente alla destinazione di quel qualcosa o alle capacità del qualcuno ;
piú chiaramente un pitale, aggeggio da usarsi quale vaso di comodo, non potrebbe essere adoperato
nel bel mezzo di una navata di chiesa, contesto che gli è estraneo ; cosí
ad esempio un pesante soprabito in pelliccia usato nei mesi estivi durante una
passeggiata sul lungomare sarebbe inadatto ed incongruo, finendo per l’appunto
per esser paragonabile ad un càntaro posto impropriamente nel bel mezzo di una chiesa ; alla medesima
stregua, sempre ad esempio,qualcuno che si intestardisse a voler praticare uno
sport, un’attività artistica o qualsiasi altra attività per i quali non sia tagliato e/o non ne
conosca le regole potrebbe ben dirsi
che appaia un vaso di comodo adoperato nel bel mezzo di una navata di chiesa.
càntaro o càntero alto e vasto vaso cilindrico dall’ampia bocca su cui ci si poteva
comodamente sedere, vaso di comodo atto
a contenere le deiezioni solide; etimologicamente la voce càntero o càntaro è
dal basso latino càntharu(m) a sua
volta dal greco kàntharos; rammenterò
ora di non confondere la voce a margine con l’altra voce partenopea
cantàro (che è dall’arabo quintâr)
diversa per accento tonico e significato: questa seconda infatti è voce usata
per indicare una unità di misura: cantàio= circa un quintale ed è a tale misura che si riferisce
il detto napoletano: Meglio ‘nu cantàro
‘ncapo ca n’onza ‘nculo ( e cioè: meglio sopportare il peso d’un quintale
in testa che (il vilipendio) di un’oncia (ca 27 grammi) nel culo (e non occorre
spiegare cosa rappresenti l’oncia
richiamata…)); molti napoletani sprovveduti e poco informati confondono la
faccenda ed usano dire, erroneamente: Meglio ‘nu càntaro ‘ncapo…etc.(e cioè:
meglio portare un pitale in testa che un’oncia nel culo!), ma ognuno vede che è
incongruo porre in relazione un peso (oncia) con un vaso di comodo (càntaro)
piuttosto che con un altro peso (cantàro)!
Rimando alibi sub càntaro/càntero. per esaminare altre due icastiche frasi e due duri insulti che
chiamano in causa il càntaro/càntero.
‘mmiez’â locuzione prepositiva di luogo = in mezzo alla, nel mezzo della formata con
la preposizione in→’n→’m
per assimilazione regressiva,dal s.vo m.le miezo (mezzo) dal lat. medium e dalla preposizione articolata
f.le alla nella forma di crasi â
come altrove ô vale al/allo
ed ê vale alle oppure a gli (ess. ‘mmiez’ô = in mezzo al/allo e ‘mmiez’ê
= in mezzo alle/a gli);
cchiesia/cchiesa s.vo
f.le 1chiesa, luogo di culto,
edificio sacro in cui si
svolgono pubblicamente gli atti di culto delle religioni cristiane
2 comunità di fedeli che professano una delle confessioni cristiane,
3 per antonomasia, la chiesa cristiana cattolica;
voce dal lat. (e)cclesia(m)→cchiesia e talora, ma meno
spesso chiesa.
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