domenica 22 marzo 2020

‘O NNACCHENNELLO


‘O NNACCHENNELLO

Il vocabolo in epigrafe è oggi fra i napoletani piú giovani  quasi sconosciuto, mentre persiste nella memoria e nell’uso di quelli piú avanti negli anni. Con tale vocabolo si indicò e si  indica (con evidenti valore, accezione, senso, significato, nuance, sfumatura d’ironia se non di sarcasmo) il lezioso, lo svenevole, lo eccessivamente complimentoso, il vagheggino, il manierato cicisbeo,colui che si comporta in maniera eccessivamente galante nei confronti del bel sesso;  oggidí è figura quasi del tutto scomparsa atteso che in un’epoca come la nostra che, ahinoi!,  à  statuito la parità dei sessi sarebbe impensabile un uomo che si comportasse verso le donne  in maniera tale da esser  paragonato a quei settecenteschi cavalier serventi che solevano portare lunghe capigliature spartite sulle fronte e  portate  sul volto quasi  a coprire un occhio, mentre con l’altro, attraverso un occhialetto,spesso colorato, sogguardavano le dame ; tale postura faceva pensare che i suddetti cavalieri non avessero che un solo  occhio;in francese (lingua usata normalmente nel ‘700 sia a corte che nei salotti della buona società) la cosa suonava: il n’a q’un oeil che letto rapidamente diventava  il na-che-nèl su cui i napoletani marcarano il s.vo e/o agg.vo m.le e solo m.le nnacchennello. Rammento che con i medesimi significati di lezioso,  svenevole,  eccessivamente complimentoso, vagheggino,  manierato cicisbeo,fu ed è ancóra usato  il s.vo e/o agg.vo m.le e solo m.le  farenella che illustro alibi.
Raffaele Bracale

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