lunedì 30 marzo 2020

PENNARULO


PENNARULO
Questa volta è stato il  caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarirgli  significato e portata della voce  partenopee   in epigrafe, spesso usata dal sovrano Ferdinando II (Palermo, 12 gennaio 1810Caserta, 22 maggio 1859)in riferimento ai giornalisti che osavano dirne male sui loro fogli. .L’accontento súbito dicendo che
pennarulo  è un s.vo m.le 1 in primis portapenne,pennaiolo
2 per traslato  e sineddoche  sarcastica  scrittorucolo, scribacchino, imbrattacarte, imbrattafogli, giornalista e sim. 3 per traslato  polemico e denigrativo, uomo di lettere, letterato per mestiere, scrittorucolo; voce da un lat. volg. pennariolu(m) denominale di penna(m) addizionata del doppio  suff. aro ed ulo: aro  è un  suff. di competenza per sostantivi o aggettivi derivati dal latino o formati in italiano, che indicano oggetti,ma soprattutto  mestieri, suff. che continua il lat. arius→aro/ero, mentre il  suff. diminutivo ulo/a  è suffisso che continua il lat. olus/ola  e che unito ad aggettivi o sostantivi forma alterati con valore diminutivo o vezzeggiativo (bestiola), oppure stabilisce una relazione, una provenienza. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale



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