PENNARULO
Questa volta è stato il
caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi via e-mail di chiarirgli
significato e portata della voce
partenopee in epigrafe, spesso
usata dal sovrano Ferdinando II (Palermo,
12 gennaio
1810 – †Caserta,
22 maggio
1859)in riferimento
ai giornalisti che osavano dirne male sui loro fogli. .L’accontento súbito dicendo che
pennarulo è un s.vo m.le
1 in primis portapenne,pennaiolo
2 per traslato e sineddoche
sarcastica scrittorucolo, scribacchino, imbrattacarte,
imbrattafogli, giornalista e sim. 3 per traslato polemico e denigrativo, uomo di
lettere, letterato per mestiere, scrittorucolo; voce da un lat. volg.
pennariolu(m) denominale di penna(m) addizionata del doppio suff. aro ed ulo: aro è un
suff. di competenza per sostantivi o aggettivi derivati dal latino o
formati in italiano, che indicano oggetti,ma soprattutto mestieri, suff. che continua il lat. arius→aro/ero, mentre il suff. diminutivo ulo/a è suffisso che continua il lat. olus/ola
e che unito ad aggettivi o sostantivi forma alterati con valore
diminutivo o vezzeggiativo (bestiola), oppure stabilisce una relazione,
una provenienza. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento,
soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro
lettori e piú genericamente chi dovesse
imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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