PRURITO
Prendo spunto da una richiesta pervenutami dall’amico F.T.
(al solito, motivi di riservatezza mi impongono di riportar solo le iniziali di nome e cognome
di chi mi scrive per sollecitar ricerche) circa l’argomento sub 3) per parlare
genericamente del s.vo in epigrafe
1)Prurito = di per sé s.vo m.le
[dal lat. pruritus -us, der. di prurire «prudere»]. – Particolare sensazione cutanea che induce a
grattarsi, provocata da cause diverse, sia esterne (fisiche, chimiche,
parassitarie) sia interne (tossiche, nervose, medicamentose), oppure sintomo di
determinate malattie della pelle, o da cause indeterminate; nel napoletano,
usato sic et simpliciter, vale eccitazione sessuale [cfr. tené ‘o prurito, ô viecchio lle prore ‘o
cupierchio].
2)Prurito ‘e capa= capriccio, grillo, voglia improvvisa e
bizzarra, ghiribizzo, uzzolo analogo al verrizzo (cfr. alibi); espressione
che nella parlata napoletana serve ad indicare
onnicomprensivamente le bizze, i capricci stizzosi,le stravaganze, le voglie
irrazionali di donne ed estensivamente anche quelle lussuriose, libidinose
degli uomini;
3)Prurito ‘e naso= espressione
riferita [nella morfologia coniugata: Lle
prore ‘o naso da rendersi Gli prude
il naso ] ad un
cattivo soggetto, aduso a ricorrere a sotterfugi, e dal quale è bene tenersi
alla larga per non esser coinvolti in azioni disdicevoli. Si tratta di una
locuzione molto datata alla cui
base c’è una aneddoto che aveva
quale protagonista un amante o un ladro che colto in flagrante fu costretto a nascondersi in un fienile; l’allergia alle
graminacee gli provocò un gran prurito al naso che sfociò in
copiosi starnuti, per cui fu sentito,
catturato ed ucciso.
Per il vero non ci sono documenti che lo
attestino; è molto probabile invece che
in origine la faccenda riguardasse un ladro maldestro, che nascostosi in un
fienile, a sèguito dei suoi starnuti venne scoperto, catturato e bastonato; successivamente la
fantasia popolare trasformò il ladro in un amante di una giovane ragazza,
figliuola di un facoltoso signorotto ed addirittura si pretese che una volta
scoperto nel suo rifugio fósse stato preso e fosse
stato ucciso dal genitore della ragazza circuita.
In ogni caso sia che si trattasse di un ladro, sia che
invece fósse un amante, il cattivo soggetto cui prude il naso è un
tipaccio da cui tenersi lontano, come è bene non aver frequentazioni con tipi
accreditati di prurito al naso. Preciso che l’espressione Lle prore ‘o naso non va confusa con quella che recita: Lle
fete ‘o naso (Gli puzza il naso) che è riferita a chi abbia
atteggiamento da guappo cui salta la mosca al naso per un nonnulla, o
a chi è tanto furbo da "subodorare" e capire al volo le
situazioni pericolose da cui tenersi lontano.
4)Prurito ‘e mazzo= espressione riferita essenzialmente ai ragazzi un po' troppo vivaci ed irrequieti
ritenuti addirittura[ cfr. l’altra locuzione: tené ‘e fruvole dint’ô mazzo] titolari di fuochi artificiali
allocati nel sedere, fuochi che con il loro scoppiettio e/o prurito costringono
i ragazzi a non stare fermi, anzi a muoversi continuamente per assecondare gli
scoppiettii e/o il prurito.
5)Prurita vesta espressione che non fa alcun
riferimento ad abito che inducesse a
grattarsi; si tratta invece della corruzione popolare del motto latino pro vita vestra con il quale un tempo si soleva formulare una sorta di ringraziamento
a cnclusione delle rituali frasi augurali in un brindisi:” saluta vosta!” ,”Aró va!”,” Prurita vesta!”
E qui giunto mi fermo
convinto d’avere esaurito l’argomento, d’aver adeguatamente risposto al quesito
dell’amico F.T. e sperando d’avere
interessato i miei consueti ventiquattro
lettori.Satis est. R.Bracale Brak
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