sabato 4 aprile 2020

PRURITO


PRURITO
Prendo spunto da una richiesta pervenutami dall’amico F.T. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di  riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) circa l’argomento sub 3) per parlare genericamente del s.vo in epigrafe

1)Prurito = di per sé s.vo m.le [dal lat. pruritus -us, der. di prurire «prudere»]. –  Particolare sensazione cutanea che induce a grattarsi, provocata da cause diverse, sia esterne (fisiche, chimiche, parassitarie) sia interne (tossiche, nervose, medicamentose), oppure sintomo di determinate malattie della pelle, o da cause indeterminate; nel napoletano, usato   sic et simpliciter,  vale eccitazione sessuale [cfr. tené ‘o prurito, ô viecchio lle prore ‘o cupierchio].
2)Prurito ‘e capa= capriccio, grillo, voglia improvvisa e bizzarra, ghiribizzo, uzzolo   analogo al verrizzo (cfr. alibi); espressione che  nella parlata  napoletana serve ad indicare onnicomprensivamente le bizze, i capricci stizzosi,le stravaganze, le voglie irrazionali di donne ed estensivamente anche quelle lussuriose, libidinose degli uomini;
3)Prurito ‘e naso= espressione riferita [nella morfologia coniugata: Lle prore ‘o naso da rendersi Gli prude il naso ]    ad  un cattivo soggetto, aduso a ricorrere a sotterfugi, e dal quale è bene tenersi alla larga per non esser coinvolti in azioni disdicevoli. Si tratta di una locuzione molto datata alla cui  base  c’è una aneddoto che aveva quale protagonista un amante o un ladro che colto in flagrante fu costretto a  nascondersi in un fienile; l’allergia alle graminacee  gli provocò un  gran prurito al naso che sfociò in copiosi  starnuti, per cui fu sentito, catturato ed ucciso.
Per il vero non ci sono documenti che lo attestino; è molto probabile invece  che in origine la faccenda riguardasse un ladro maldestro, che nascostosi in un fienile, a sèguito dei suoi starnuti venne scoperto,  catturato e bastonato; successivamente la fantasia popolare trasformò il ladro in un amante di una giovane ragazza, figliuola di un facoltoso signorotto ed addirittura si pretese che una volta scoperto nel suo rifugio fósse stato preso  e fosse stato ucciso dal genitore della ragazza circuita.
In ogni caso sia che si trattasse di un ladro, sia che invece fósse un amante, il  cattivo soggetto cui prude il naso è un tipaccio da cui tenersi lontano, come è bene non aver frequentazioni con tipi accreditati di prurito al naso. Preciso che l’espressione  Lle prore ‘o naso  non va confusa con quella che recita:  Lle fete ‘o naso  (Gli puzza il naso) che è riferita a chi abbia atteggiamento  da guappo  cui salta la mosca al naso per un nonnulla, o a chi è tanto  furbo  da  "subodorare" e capire al volo le situazioni pericolose da cui tenersi lontano.
4)Prurito ‘e mazzo= espressione riferita essenzialmente  ai ragazzi un po' troppo vivaci ed irrequieti ritenuti addirittura[ cfr. l’altra locuzione: tené ‘e fruvole dint’ô mazzo] titolari di fuochi artificiali allocati nel sedere, fuochi che con il loro scoppiettio e/o prurito costringono i ragazzi a non stare fermi, anzi a muoversi continuamente per assecondare gli scoppiettii e/o il prurito.
5)Prurita vesta espressione che non fa alcun riferimento  ad abito che inducesse a grattarsi; si tratta invece della corruzione popolare del motto latino pro vita vestra con il quale un tempo  si soleva formulare una sorta di  ringraziamento  a cnclusione delle rituali frasi augurali in un brindisi:” saluta vosta!” ,”Aró va!”,” Prurita vesta!”
 E qui giunto mi fermo convinto d’avere esaurito l’argomento,  d’aver adeguatamente risposto al quesito dell’amico F.T.   e sperando d’avere interessato  i miei consueti ventiquattro lettori.Satis est. R.Bracale Brak


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