UN ANTICO SOSTANTIVO NAPOLETANO: STUJATURO
Questa volta è stato il
caro amico S. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi per le vie brevi quale
fósse il nome usato per
identificare quella sorta di campanone fatto con listelli di midollo ligneo
intrecciati a trama larga, che un tempo era usato nelle case napoletane posto
al di sopra di un braciere acceso per sorreggere la biancheria lavata ancóra umida, per modo che suggendo il
calore del braciere si asciugasse. Ò provveduto rammentandogli che
quell’aggeggio s’ebbe il tranquillo nome
borghese di asciuttapanne, nome usato
nelle case della medio borghesia, mentre s’ebbe l’icastico nome di stujaturo,
nome usato nelle case popolari della città bassa.Pacifico l’etimo di asciuttapanne
s.vo m.le = asciuga-panni formato dall’agglutinzaione funzionale della voce
verbale asciutta (3ª pers. sg. ind. pr. dell’infinito
asciuttà = asciugare [dal lat. *exsuctare(poi *adsuctare→assuctare→asciuttare→asciuttà) frequ. di exsúgere] addizionato del s.vo m.le pl.
panne (= i capi di biancheria, gli indumenti, i vestiti) del sg. panno =tessuto di lana follato, in
cui non si distingue l'intreccio delle fibre per l'infeltrimento superficiale, pezzo
piú o meno grande di tessuto
destinato a un uso specifico [dal lat. pannu-m] Piú complesso l’etimo del s.vo m.le stujaturo =
asciugatoio che risulta essere un deverbale di stoià/stujà = asciugare,
addizionato del suffisso uro/a suffisso
di pertinenza spesso (come nel caso che
ci occupa) nella forma turo deriv.
dal fr. -ure, usato al maschile (uro)per formare sostantivi
relativi ad oggetti (cfr. pisciaturo,trapenaturo, ballaturo etc. ) o termini tecnici, chimici etc.ed al f.le (ura/tura) per formare sostativi astratti
(cfr. friscura,bruttura, pensatura).Quanto
all’etimo dell’antico e desueto stoià/stujà = asciugare, (voce
presente anche nel siciliano), il
Giarrizzo dubitativamente postula un non attestato *exsudiare→*essutiare→*estuiare→*stuiare iterativo di *exsudare (evaporare
del tutto)e non mi convince; nè mi
riesce, come invece fecero Cortelazzo e Marcato, di accodarmi al Lausberg ed al Rohlfs che in
stoià/stujà lessero una particolare accezione (per la quale però non ò trovato
occorrenze) di un tardo lat.studiāre→stu(d)iāre→stuiare/stoiare
(=nettàre) per cui, in definitiva trovo piú percorribile la strada scelta dall’Avolio che coincise con quella
dell’antico francese estoyer (che nel moderno è essoyer) =asciugare,
tergere.
E qui penso di poter far punto convinto
d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico S.C. ed interessato qualcun
altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis
est.
Raffaele Bracale
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