SBACCELLARE
Questa volta è stato il
caro amico A. M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi via e-mail di spender qualche parola per illustrare significato e portata del verbo spiculà, a suo dire udito nel
significato di “sbaccellare”. Gli ò cosí
testualmente risposto:
Carissimo rispondo alla tua mail e ti significo che è la
prima volta che mi occorre di leggere il verbo “spiculà” nel significato di sbaccellare.
Devo ritenere, in tutta sincerità, che
si debba trattare di un uso provinciale; in effetti il desueto verbo spiculà denominale di spiculo (=spicchio) [dal lat. spicul-um],
veniva usato a Napoli nel significato di ridurre in ispicchi gli agli o gli
agrumi (arance, mandarini); nel significato di sbaccellare fu ed è usato uno tra ammunnà (rafforzativo di mmunnà
[dal lat. mundare→munnare]), scugnà[dal lat. ex-cuneare→scuneare→scugnare], oppure sgranà[ denominale del lat. granum con
prostesi di una S distrattiva]ed anche spullecà[da
un lat. volg.*spullicare]usato nel significato primo di sgranare riferito al
mais o alle salsicce private del budello . Aggiungo di aver udito, ma solo dalla bocca di un sacerdote d’origini contadine il quale
ancorché dotto usò nel significato di sbaccellare anche il verbo sbajanellà [a lume di naso denominale del lat. volg. vaginella→baginella→bajanella=
baccello/siliqua, con prostesi di una S distrattiva] Di piú non saprei dirti. E qui penso di
poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A.M.
ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis
est.
Raffaele Bracale
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