STÀ CU ‘E PPACCHE
DINT’ A LL’ACQUA
Ad litteram: Star con le natiche nell’acqua. Espressione
usata, impropriamente, per significare di essere molto poveri e/o trovarsi in
gran miseria. In realtà l’espressione piú
acconciamente dovrebbe essere usata solo per indicare di star molto e
faticosamente lavorando e ciò perché l’espressione in origine trasse
dall’osservazione del comportamento dei pescatori addetti al governo della
sciabica [nap. sciaveca] la grossa rete a strascico munita di ampio
sacco centrale ed ali laterali sorrette da sugheri galleggianti, che viene
calata in mare in prossimità della battigia e poi faticosamente tirata a riva a
forza di braccia dai pescatori che per poterlo piú agevolmente fare sogliono
entrare in acqua fino a restare a mollo con il fondoschiena. Successivamente
nella convinzione (sia pure erronea) che il mestiere di pescatore non sia mai
abbastanza remunerativo, l’espressione venne (ed è ancóra) usata per indicare di
essere molto poveri e/o trovarsi in gran miseria. Etimologicamente la
parola sciaveca pervenuta nel toscano come sciabica è derivata al napoletano
(attraverso lo spagnolo xabeca) dall’arabo shabaka da cui anche il portoghese
jabeca/ga.
Pacche s.vo f.le pl. del sg. pacca= natica e per traslato ognuna delle piú parti in cui si può dividere longitudinalmente una mela o una pera; etimologicamente la voce è dal lat. med. pacca marcato sul long. pakka.
Pacche s.vo f.le pl. del sg. pacca= natica e per traslato ognuna delle piú parti in cui si può dividere longitudinalmente una mela o una pera; etimologicamente la voce è dal lat. med. pacca marcato sul long. pakka.
Brak
Nessun commento:
Posta un commento