‘O
QUARTO ‘E MIRABELLA
Il carissimo amico E.P. (che, al solito, identifico, per
questioni di privatezza con le sole iniziali) mi à chiesto di rinfrescargli la
memoria circa l’espressione in epigrafe. Per il vero l’amico mi parlava, forse ricordando
senza esattezza, riduttivamente di un’inesistente espressione: ‘o quartino ‘e Mirabella . Penso che in
realtà volesse riferirsi a quella che qui di sèguito illustro, atteso che – a
mia memoria ed uso – si è sempre parlato con l’espressione ironica in epigrafe
di quarto e non di quartino; preciso
súbito che a Napoli il s.vo quarto [dal lat. quartu-m] indica in generale la
quarta parte di checchessia [ess: quarte ‘e ‘nanze e quarte ‘e reto d’’o
vestito, d’’o cazone (quarti di davanti e quarti di dietro di un vestito,di un
calzone ); quarte ‘e ‘mpigna (quarti della tomaia); si indica altresí con la
locuzione “‘nu quarto ‘e casa” una sezione dell’ abitazione, mentre con il
diminutivo quartino si suole espressamente indicare l’intero appartamento. Da quanto
détto si evince che il termine “quartino” non si presta a confusione alcuna
mentre la voce “quarto”, da ambiguo com’è, offre il destro per l’uso ironico, proprio
quello d’espressione in epigrafe che olim veniva usata per prendersi gioco di
chi magnificasse a torto i propri meriti e/o averi e segnatamente quello di
godere, essendone proprietario, di un lussuoso appartamento. A costui si
replicava ridendone: “E sí, ‘o quarto ‘e Mirabella!” volendo intendere che il
quarto magnificato era in realtà quello delle tomaie usate da quel tale
Mirabella che un tempo fu a Napoli un
famoso artigiano produttore e venditore di calzature. Non penso ci sia altro da
aggiungere e penso di poter far punto
convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico E.P. ed interessato
qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste
paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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