SFELENZA
Questa volta è stato il
caro amico M. A. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi di chiarirgli significato e portata della voce
partenopea in epigrafe.
Gli ò cosí
risposto:
Il termine sfelenza o anche sfelenzo agg.vo e s.vo maschile
e solo maschile rende gli italiani poveraccio, sbrindellone, morto di fame, pezzente, spiantato, squattrinato,
straccione. Si tratta di un termine che trova i suoi omologhi nel calabrese sfilenziu/sfilensiu e nel salentino sfilenze/sfelenze. Quanto
all’etimologia il prof. Giovanni Alessio
postulò, ma senza chiarirne il perché semantico, una derivazione da un nome
proprio lat. Fidentǐus con protesi di una S distrattiva e normale passaggio a liquida
della dentale sonora [D→L]; Ernesto
Giammarco ( valente linguista abruzzese scomparso intorno al 1960) pensò
– ma poco convincentemente – ad un composizione del tema del verbo sfIl-are addizionato con il s.vo lenza nell’inteso che lo sfelenza fósse un soggetto
cosí male in arnese da potersi solo dedicare al poco remunerativo mestiere di
addetto alla riparazione di reti e/o lenze. A malgrado della grande stima che
porto al prof. Giovanni Alessio non mi sento di aderire alla sua ipotesi che mi appare zoppicante dal punto di vista
semantico. Trovo pure, per il medesimo motivo, assai poco perseguibile l’idea di Giammarco ed
in ultima analisi penso di poter formulare l’ipotesi che segue e che aderisce d’avvio all’idea dell’amico avv.to Renato de Falco che
tenendo presente che la voce in esame si riferisce ad un soggetto vestito di panni lisi e
consunti cioè ad uno sbrindellone, uno
straccione, reputa che la voce in esame sia da collegare al verbo filare preceduto da una S
distrattiva ed addizionata del suffisso enza [ dal lat. -ĕntia]
suffisso derivativo di nomi tratti da
verbi. Di piú non saprei, per cui penso di poter far punto convinto
d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico M.A. ed interessato qualcun
altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste due paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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