SCIASCINA e dintorni.
Questa volta è stato il caro amico P. G. (i consueti problemi di
riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) che
(imbattutosi in un mio verso che recita: passava ’o sagrestano cu ’a sciascina)
mi à chiesto
via e-mail di chiarirgli il
significato del termine in epigrafe. Gli ò rapidamente chiarito quanto segue:
sciascina s.vo f.le papalina, berretto alla turca
di lana, basso copricapo a tronco di cono , senza
tesa, corredato o meno di una nappina penzolante,
portato soprattutto in casa, nel passato, dagli uomini anziani a protezione
della calvizie o per tener calda la testa,; etimologicamente voce dall’arabo shashiyya.
A margine tammento
che la sciascina non va confusa con la coppola o con la scazzetta
coppola = berretto basso con visiera, usato spec. in Sicilia ed un po’ tutto il
meridione; l’etimo risulta derivato dal tardo latino *cuppola diminutivo (vedi suff. ola)
di cuppa(m) per il classico cupa(m) che indicò oltre che la botte,
il barile etc. anche qualsiasi oggetto che avesse forma concava o ondeggiante e
persino la nuca, quella stessa su cui si porta ben calcato il berretto a
margine, mentre la visiera vien tirata sugli occhi quasi a protezione o
per nascondersi.
scazzetta è un s.vo
f.le che indica genericamente un copricapo maschile e piú precisamente
indica
1 uno zucchetto usato dal
clero,un copricapo di forma semisferica molto aderente alla nuca costituito da
quattro spicchi (in forma di triangoli
isosceli) di tessuto foderato, spicchi cuciti in modo da far convergere i
vertici dei triangoli al centro del copricapo
cosí da creare una forma sapientemente semisferica che aderisca
benissimo al capo e segnatamente alla nuca.Tale zucchetto è di vario colore a
seconda di chi lo indossi: nero per il clero basso , nero profilato di rosso
cremisi per monsignori e canonici,
violaceo per i vescovi, rosso per i cardinali e bianco per il papa, ma una sola
è la funzione comune per tutti, quella
di proteggere la zona della tonsura e temo che tale copricapo sia stato usato
nella chiesa cattolica ad imitazione del kippah quel copricapo cioè usato correntemente dagli Ebrei
osservanti maschi principalmente all'interno dei luoghi di culto,
anche se i piú religiosi lo indossano anche durante la vita quotidiana;
2 papalina, piccolo
copricapo tondo e rigido, copricapo
d’uso domestico, berretto di lana tondo
e senza tesa,foderato, per lo piú con una nappina laterale o alla sommità, che
un tempo portavano in casa gli uomini anziani.
3 berretto da notte, copricapo
di lana foderato in foggia di cono con una nappa sulla punta del
vertice, usato dagli uomini anziani durante la notte per protezione del capo;
tale copricapo è détto esattamente scazzetta p’ ‘a notte.
Circa l’etimologia della voce alcuni si trincerano su di un etimo sconosciuto, cosa che mi dà
l’orticaria, molti azzardano varie ipotesi; insomma non ci sono identità di
vedute sull’ etimologia della voce in esame; non tengo in alcun conto chi sbrigativamente
parla di onomatopèia, ma non precisa poi donde provenga e quale possa essere la fonte di questa
onomatopèia; non mi convince neppure chi fantasiosamente parla, per la forma
del berretto di un denominale di cazza
(lat. tardo cattia(m), dal gr. ky/athos
'coppa, tazza'); non mi convince neppure chi fantasiosamente parla di un
deverbale di un non attestato *scazzare usato in taluni lessici
meridionali come correlativo di schiacciare; non mi convince infine neppure chi farraginosamente parla di un
deverbale di scamazzare→sca(ma)zzare =
schiacciare;per il vero queste
ultime due ipotesi semanticamente sembrerebbero
corrette atteso che in effetti la scazzetta insiste sul capo pigiandolo,
ma – morfologicamente - m’appaiono
ipotesi lontano dal vero. Non mi resta che far mia l’idea del prof. Giarrizzo
che legge in scazzetta un denominale del greco s + kottis – kottidos = testa, capo.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito
l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei
ventiquattro lettori e piú genericamente
chi dovesse imbattersi in questa paginetta.Satis est.
Raffaele Bracale
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