martedì 14 aprile 2020

SCIASCINA e dintorni.


SCIASCINA e dintorni.

Questa volta è stato il  caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) che (imbattutosi in un mio verso che recita: passava ’o sagrestano cu ’a sciascina)
mi  à chiesto  via e-mail di chiarirgli   il significato del termine in epigrafe. Gli ò rapidamente chiarito quanto segue:
sciascina s.vo f.le papalina, berretto alla turca di lana,  basso copricapo a tronco di cono , senza tesa, corredato o meno di  una nappina penzolante, portato soprattutto in casa,  nel  passato, dagli uomini anziani a protezione della calvizie o per tener calda la testa,; etimologicamente voce dall’arabo shashiyya.
A margine tammento che la sciascina non va confusa con la coppola o con la scazzetta
coppola = berretto basso con visiera, usato spec. in Sicilia ed un po’ tutto il meridione; l’etimo risulta derivato dal tardo latino *cuppola diminutivo (vedi suff. ola) di cuppa(m) per il classico cupa(m) che indicò oltre che la botte, il barile etc. anche qualsiasi oggetto   che avesse forma concava o ondeggiante e persino la nuca, quella stessa su cui si porta ben calcato il berretto a margine, mentre la visiera vien tirata sugli occhi quasi a protezione o per  nascondersi.
scazzetta  è un s.vo f.le  che indica genericamente  un copricapo maschile e piú precisamente indica
1 uno zucchetto usato dal clero,un copricapo di forma semisferica molto aderente alla nuca costituito da quattro spicchi (in forma di  triangoli isosceli)  di tessuto foderato,  spicchi cuciti in modo da far convergere i vertici dei triangoli al centro del copricapo  cosí da creare una forma sapientemente semisferica che aderisca benissimo al capo e segnatamente alla nuca.Tale zucchetto è di vario colore a seconda di chi lo indossi: nero per il clero basso , nero profilato di rosso cremisi per  monsignori e canonici, violaceo per i vescovi, rosso per i cardinali e bianco per il papa, ma una sola è la funzione comune per tutti,  quella di proteggere la zona della tonsura e temo che tale copricapo sia stato usato nella chiesa cattolica ad imitazione del kippah quel copricapo cioè usato correntemente dagli Ebrei osservanti maschi principalmente all'interno dei luoghi di culto, anche se i piú religiosi lo indossano anche durante la vita quotidiana;
2 papalina, piccolo copricapo tondo e rigido,  copricapo d’uso domestico,  berretto di lana tondo e senza tesa,foderato, per lo piú con una nappina laterale o alla sommità, che un tempo portavano in casa gli uomini anziani.
3 berretto da notte, copricapo  di lana foderato in foggia di cono con una nappa sulla punta del vertice, usato dagli uomini anziani durante la notte per protezione del capo; tale  copricapo è détto esattamente scazzetta p’ ‘a notte.
Circa l’etimologia della voce alcuni si trincerano su  di un etimo sconosciuto, cosa che mi dà l’orticaria, molti azzardano varie ipotesi; insomma non ci sono identità di vedute sull’ etimologia della voce in esame; non tengo in alcun conto chi sbrigativamente parla di onomatopèia, ma non precisa poi donde provenga e  quale possa essere la fonte di questa onomatopèia; non mi convince neppure chi fantasiosamente parla, per la forma del berretto  di un denominale di cazza
(lat. tardo cattia(m), dal gr. ky/athos 'coppa, tazza'); non mi convince neppure chi fantasiosamente parla di un deverbale di un  non attestato *scazzare usato in taluni lessici meridionali come correlativo   di schiacciare; non mi convince infine  neppure chi farraginosamente parla di un deverbale di scamazzare→sca(ma)zzare = schiacciare;per il vero  queste ultime due ipotesi semanticamente sembrerebbero  corrette atteso che in effetti la scazzetta insiste sul capo pigiandolo, ma – morfologicamente -  m’appaiono ipotesi lontano dal vero. Non mi resta che far mia l’idea del prof. Giarrizzo che legge in scazzetta un denominale del greco s + kottis – kottidos = testa, capo.


E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in questa paginetta.Satis est.
 Raffaele Bracale

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