giovedì 9 aprile 2020

SCICCHIGNACCO/CICCHIGNACCO ‘INT’â BBUTTEGLIA


SCICCHIGNACCO/CICCHIGNACCO ‘INT’â BBUTTEGLIA
Questa volta è stato il  caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarirgli  significato e portata dell’ espressione partenopea   in epigrafe. Gli ò cosí risposto:
Con l’espressione in epigrafe, nata negli anni ’50 del 1900, intraducibile ad litteram si fa riferimento ad un trastullo per bambini che riproduceva in maniera industriale (ma ad usum delphini, cioé dei bambini) il cosiddetto Diavoletto di Cartesio, strumento  che serviva in origine alla dimostrazione di un principio fisico, relativo alla pressione atmosferica; tale   strumento di misurazione della pressione dei liquidi deve il suo nome a quello di Cartesio, nome latinizzato di  René Descartes (La Haye en Touraine, 31 marzo 1596 Stoccolma, 11 febbraio 1650) a quale venne attribuita l’ideazione dello strumento nel 1640;  in realtà  esso però fu inventato dal sacerdote italiano Raffaello Magiotti (Montevarchi, settembre 1597 Roma, 1656)e descritto per la prima volta nel 1648. Originariamente lo strumento era costituito appunto da una sorta di  cavo diavoletto di vetro soffiato, riempito in parte di acqua, diavoletto che immerso nell’acqua di una bottiglia tappata, attingeva il fondo della medesima o risaliva in superficie a seconda della variazione di pressione operata con la compressione della imboccatura della bottiglia; ridotto a trastullo per i bambini l’effige del diavoletto fu mutata in quella di un ridicolo gnometto di bachelite, riempito per metà   di acqua,  ma la funzione rimase la medesima e da strumento scientifico il Diavoletto di Cartesio divenne strumento di divertimento per i bambini. Interessante, a questo punto soffermarsi sul nome assegnato dai napoletani al gioco che fu détto alternativamente in primis “nicchinocco/gnicchegnocche  ‘int’â bbutteglia” e poi per corruzione del parlato: scicchignacco/cicchignacco ‘int’â bbutteglia; l’originale nome
nicchinocco/gnicchegnocche  è da ricondursi allo spagnolo ñiqueñaque voce dispregiativa riferita a cosa inutile o ridicola; ugualmente interessante è soffermarsi sui significati attribuiti ai s.vi nicchinocco/gnicchegnocche/scicchignacco/cicchignacco
che valsero: 1)(in primis) il gioco de quo 2)(con riferimento alle fattezze dello gnometto) bambino piccolo, sgraziato e ridicolo e 3) (spregiativamentecon riferimento all’azione condizionata dello gnometto) adulto senza carattere, capriccioso, incerto, instabile, volubile e facilmente condizionabile, aduso però a scimmiottare  l’elegante  cascamorto.
 E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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