SUPPONTA
Questa volta su suggerimento/richiesta della cara amica G.
R. di cui al solito (per questione di
riservatezza) mi limito ad indicare le iniziali di nome e cognome, prendo in
esame l’interessante voce
napoletana in epigrafe per illustrarne alcuni dei numerosi usi che se ne fanno
nell’idioma partenopeo.
Comincerò con il dire che la voce supponta attestata anche come sopponta o sepponta
è un s.vo f.le che vale contrafforte,
puntello, rincalzo, sostegno, rinforzo, appoggio, supporto, zeppa; etimologicamente la voce appare
derivare da un sub puncta(m)→suppuncta(m)→supponta/sopponta/sepponta
deverbale di un lat. volg. sub-punctare→suppontare (porre a
sostegno una punta) frequentativo di sub-pungere.
Dicevo dei numerosi usi che nel napoletano se ne fa della
voce; ne illustro qualcuno, cominciando dai piú semplici e di immediata
comprensione, per passare poi a quelli di piú ampio significato fino a giungere
a quello piú icastico; nell’ordine avremo:mettere
‘na supponta â tavula, mettere ‘na supponta ô cummò= porre una zeppa al
tavolo o al canterano (per ristabilirne il giusto equilibrio evitando che
barcollino); mettere ‘na supponta â casa espressione
da intendersi nel senso reale delle parole e cioè porre un barbacane ai muri d’angolo della
casa perché con la loro spinta reciproca si puntellino evitando il pericolo di
rovinosi crolli; essere ‘a supponta d’ ‘a
casa espressione che nulla a che
vedere con la precedente;questa volta l’espressione va al di là del reale
significato delle parole valendo essere il sostegno della famiglia détto
di chi in una famiglia, anche numerosa, sia l’unico a provvedere con il proprio
lavoro e/o il proprio impegno morale di
buoni e/o fattivi consigli operativi al sostentamento fisico e morale di
tutta la famiglia; mettere ‘na supponta ô
vernecale = letteralmente porre un
puntello allo stomaco espressione da
intendersi non in senso reale (non si
deve infatti apporre alcun supporto che
regga lo stomaco)ma in senso figurato id
est: ingerire una piccola quantità di cibo, una contenuta refezione che attenui
i morsi della fame anche se non li plachi completamente; e
giungiamo infine alla piú icastica delle espressioni in cui si fa uso del s.vo supponta:
mettere ‘a supponta ô nonno che
letteralmente vale porre un rincalzo al
nonno ma che non è da intendersi nel senso reale in quanto l’espressione
non sta a significare che si sia fornito il nonno di un un reale appoggio, bastone o zeppa che lo
sostenga o lo aiuti a mantenere l’equilibrio; l’espressione è da intendersi
invece in senso figurato atteso che essa è usata allorché ad un neonato venga
dato il nome di battesimo del nonno fornendo a costui una sorta di rincalzo morale che gli assicuri il
perpetuare del nome e spesso del cognome e della discendenza.
vernecale s.vo m.le stomaco; la voce
vernecale ( adattamento del lat. med. vernicare)indicò
in primis una scodella, una ciotola, un recipiente(di ceramica o
terraglia) verniciato e poi per traslato
lo stomaco pensato quale contenitore... laccato dal cibo.
contrafforte s.vo
m.le
sperone in
muratura applicato all'esterno di un muro per lo più per bilanciarne la spinta
in corrispondenza di un arco o di una volta; barbacane; voce composta da contra
(prefisso derivato dal lat. contra 'contro', che può assumere vari
significati: opposizione (contrattacco), azione e direzione contraria(come nel caso che ci occupa) + forte
(dal lat. fortis);
puntello s.vo
m.le grossa trave di legno o di
ferro, o anche opera muraria posta come sostegno per impedire crolli o frane;
voce derivato di ponte, raccostato a punta da puncta(m);
rincalzo s.vo m.le ciò che serve a rincalzare, aiuto, rinforzo, appoggio, sostegno; voce
deverbale di rincalzare (che è da ri + incalciare dal lat. volg. *incalciare,
deriv. di calces 'calcagna'; propr. 'stare alle calcagna';
sostegno s.vo m.le ; tutto
ciò che sostiene, che è atto a sostenere, tenere qualcosa o qualcuno in una determinata
posizione, sopportandone il peso; reggere voce dal provenz. sostenh, che
è da sostener 'sostenere'
rinforzo s.vo m.le tutto ciò che serve a rendere
piú forte, a dare maggiore stabilità e vigore voce deverbale di rinforzare (che
è da ri + forza che è dal lat. tardo fortia, propr. neutro pl. di fortis
'forte');
appoggio s.vo m.le cosa che serve a sostenerne un'altra; sostegno; voce
deverbale di appoggiare che è dal lat. volg. *appodiare, deriv. del lat.
podium 'piedistallo';
supporto s.vo m.le elemento,
parte di un oggetto che à funzione di appoggio o di sostegno; voce dal fr. support, deriv. di supporter
'sopportare';
zeppa
s.vo f.le 1 cuneo di legno o di altro materiale usato per
otturare fessure o per dare stabilità a mobili traballanti | mettere una
zeppa a qualcosa, (fig.) cercare di rimediare alla meglio a un
guasto, a una situazione difficile e sim. | taglio a zeppa, in
selvicoltura, metodo di taglio effettuato secondo due piani obliqui, in modo
che nel tronco si formi un vano a cuneo.
2 (fig.) parola o frase inserita in un verso o in un brano di prosa senza una precisa ragione logica o estetica
3 gioco enigmistico in cui, inserendo una lettera o una sillaba in una parola, se ne ottiene un'altra di diverso significato (p. e. pitone-pistone; calo-cavolo)
4 rialzo di legno o di sughero sotto sandali e zoccoli.
2 (fig.) parola o frase inserita in un verso o in un brano di prosa senza una precisa ragione logica o estetica
3 gioco enigmistico in cui, inserendo una lettera o una sillaba in una parola, se ne ottiene un'altra di diverso significato (p. e. pitone-pistone; calo-cavolo)
4 rialzo di legno o di sughero sotto sandali e zoccoli.
voce dal longob.
*zippa 'cuneo'.
In coda rammento
che nel napoletano d’uso popolare non esistono in tutte le accezioni ricordate
sinonimi attestati di supponta; per vero
esistono appuojo e puntiello che son però d’uso letterario ma ch’io sconsiglio
assolutamente d’impiegare atteso che si tratta di voci patentemente marcate
sulle voci appoggio e puntello della lingua nazionale, lingua della quale il
napoletano non è e non deve esser mai tributario!
E con questo penso d’avere esaurito l’argomento e d’avere contentato
l’amica G.R. ed interessato qualcuno dei miei ventiquattro lettori per
cui faccio punto fermo con il consueto satis est.
Raffaele Bracale
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