TAPPO & dintorni
Questa volta è stato il
caro amico F. D. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi via e-mail di suggerirgli con quali termini si possa
correttamente rendere in pretto
napoletano la voci italiana in
epigrafe.Gli ò cosí risposto:
Caro amico in pretto napoletano il termine italiano
Tappo (s.vo m.le [dal francone tappo] Manufatto
di sughero o di altri materiali (legno, gomma, plastica, metallo, vetro, vetro
smerigliato, ecc.), per lo più di forma cilindrica o troncoconica, usato per
chiudere più o meno ermeticamente la bocca di recipienti varî [bottiglie e
bottigliette, fiaschi, flaconi e flaconcini, contenitori, e anche botti, otri,
vasi, ecc.])può essere reso con almeno otto sostantivi che qui di sèguito ti
elenco ed illustro, sostantivi che sono diversi e ben distinti ed ognuno dei
quali fa riferimento vuoi al materiale di cui si sostanzia e/o della
destinazione d’uso dell’oggetto. Èccoti l’elenco:
appilaglio
s.vo m.le
turacciolo di fortuna di solito formato da carta di giornale o stoppa
accartocciate illico et immediate per turare d’urgenza fori di recipienti d’aceto, olio o vino di cui sia andato smarrito l’originale tappo; voce
etimologicamente deverbale del lat.
volg. appilare= otturare, occludere
attuppaglio
s.vo m.le (sinonimo
del precedente); voce etimologicamente deverbale di attuppà [
derivato del lat. med. tuppu-m]= turare, ostruire
cavicchio
s.vo m.le tappo lungo e
sottile di legno di rovere usato per
turare il buco dei barili donde si spilla il vino; voce
etimologicamente deverbale del lat.
tardo cavicla.
màfero/màfaro
s.vo m.le s.vo m.le di doppia morfologia
termine che in
primis esattamente indica il
cocchiume, cioè il foro situato sul diametro massimo della botte e per estensione, come nel caso che ci occupa,
indica anche il tappo di legno o sughero che serve a chiuderlo; poi infine per
traslato il termine màfero/màfaro indica pure l'ano e per metinomia il culo tutto, donde poi con
evidente traslato semantico si indica anche la fortuna (cfr. l'espressione
"Vi' che mmàfaro" per dire "Che fortuna!"Etimologicamente
la voce màfero/màfaro è d'origine osca: mamphar attraverso un tardo latino
"mamphur".
stúppolo
s.vo
m.le 1)in
primis come nel caso che ci
occupa
stoppaccio, tappo di forma tronco conica fatto di filacce e/o stoppa un tempo usato per
ripulire le canne di obici e/o cannoni ed oggi per ripulire le cappe
domestiche; 2)per estensione, attesa la forma torsolo della pannocchia di mais
3)per traslato uomo
dappoco, spregevole, d’indole cattiva, maliziosa e/o furbesca; voce etimologicamente dal lat. reg. stuppulu-m diminutivo del lat.
volg. stuppu-m.
strevillo
s.vo m.le tappo
lungo e sottile di legno di rovere filettato usato per turare il buco dei barili donde si
spilla il vino, introducendolo, stantene la filettatura a mo’ di trivella quasi
come se si avvitasse; voce etimologicamente
deverbale del lat.volg.
terebellare con prostesi di una –s- intensiva
sùvero
s.vo m.le1)in primis esattamente la scorza della sughera che
viene prelevata periodicamente e che costituisce il prodotto principale tra
quelli forniti dalla pianta (legname, legna da ardere, ghiande) usato
per fabbricare turaccioli, solette e soprassuole per scarpe, rivestimenti
isolanti, galleggianti per reti da pesca, ecc.;
2)per estensione come
nel caso che ci occupa, tappo, turacciolo
fatto esattamente di sughero usato per turare recipienti medio-piccoli
quali bottiglie, fiaschi, orci [ voce etimologicamente dal lat. sūber -ĕris,
con mutamento di declinazione; tipica l’alternanza napoletana B/V cfr.
Bacio/vaso, barca/varca etc.].
vavicchio
s.vo m.le voce d’uso
prettavente provinciale usato quale sinonimo ed in luogo del precedente cavicchio con assimilazione della prima sillaba alla seconda.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito
l’argomento, soddisfatto l’amico F.D. ed interessato qualcun altro dei miei
ventiquattro lettori e piú genericamente
chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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