martedì 28 aprile 2020

TRE ESPRESSIONI NATALIZIE


TRE ESPRESSIONI NATALIZIE

1)DOPPO NATALE FRIDDO E FAMMA
Ad litteram:  Dopo il Natale freddo e fame.  Icastica espressione usata in riferimento in primis  alla situazione metereologica  ed in secundis a quella  economica; in effetti il vero autentico periodo freddo dell’anno è quello che sopravviene  dopo le festività natalizie che si considerano chiuse con l Epifania quando si affrontano i mesi di gennaio e febbraio che sono quelli dal clima piú rigido; con valenza non meno significativa l’espressione fa riferimento alla incresciosa situazione economica cui  ogni  napoletano deve far fronte proprio allorché si è dato fondo quasi del tutto alle proprie disponibilità con le spese fatte per onorare degnamente le festività di fine anno.Cosicché pur in presenza dei nuovi emolumenti corrisposti   alla fine di gennaio, il napoletano comune, nel tempo post-natalizio, incorre in grandi difficoltà esistenziali sino a fargli eclamare la frase in epigrafe.
2)ADDÒ T’HÊ FATTO PASCA, FATTE PURE NATALE
Ad litteram: Dove ài trascorso la Pasqua, (lí) trascorri anche Natale! .  Icastica espressione da intendersi in senso letterale ed in un altro, traslato. Nellla prima valenza è espressione usata per significare a qualche indesiderato di liberarci della sua inopportuna presenza per modo che non ci guasti la festività; per fare tanto dimentichi l’adagio che suona: Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, ed anche nella festività natalizia eviti di tenerci fastidiosa compagnia, recandosi a trascorrere la festività, là dove abbia trascorso la festività pasquale.
In senso traslato è espressione usata nei confronti degli scialacquatori cui si fa capire che non si à voglia di soccorrerli e che sarebbe piú opportuno, per loro, chiedere aiuto ai compagni di trascorsi bagordi.
3)A NNATALE SCURZETELLE, I A PPASCA MULLECHELLE!
Ad litteram: A Natale,  bucce ed a Pasqua mollichelle
Espressione usata per compendiare ciò che residua dei pranzi sia di Natale che di Pasqua.   A    Natale avanzano sul desco solo le numerose frantumate bucce della frutta secca che chiude, con il nome di sciòsciole/sciòcele/sciòccele il pranzo della vigilia e della festa; a Pasqua invece ciò che residuano sul desco sono le mollichelle della pastiera che idefettibilmente chiude il pranzo pasquale.
scurzetelle s.vo f.le pl.diminutivo  di scorza = buccia, guscio, baccello, involucro, tegumento ma anche corteccia d’albero, pelle, spoglia di serpente e nel caso che ci occupa guscio  vuoto  di frutta secca ; etimologicamente dal
lat. scortea(m) 'veste di pelle', s.vo dell'agg. scorteus, deriv. di scortum 'pelle';
i termini sciòsciole/sciòcele/sciòccele [dal lat. flacce-s] che in napoletano indicano appunto tutta la frutta secca, quella che cioè lascia un congruo residuo di bucce. Ricorderò appena il noto esito del gruppo latino fl che in napoletano diviene sempe sci come in flos (fiore) che in napoletano approda a sciore, flumen (fiume) che diventa sciummo etc. Come si vede il termine sciòsciole o sciòcele o sciòccele, non va risolto,come pure proposto da taluni sprovveduti adusi a risolvere ogni etimo percorrendo la comoda strada della onomatopea, con una pilatesca onomatopea richiamante, a loro dire, il rumore che potrebbe generare chi rimestasse con le mani nel cesto dove, per solito, viene riposta tutta la frutta secca. Esso termine à invece una sua pacifica derivazione denominale latina. Un’ ultima notazione: moltissimi, forse quasi tutti usano scrivere sciòsciole, mantenendo il suono palatale sci anche per la seconda c della parola; io per tener fede alla derivazione latina penso sia piú opportuno eliminare il secondo suono palatale sci, che del resto pare non abbia una giustificazione etimologica, scrivendo e leggendo sciòcele quando non addirittura, (per tener vive le due c etimologiche di flacces) sciòccele, piuttosto che sciòsciole e ciò quantunque la voce sciòccele,accanto a sciòcele e sciòscele ed alla piú usata sciòsciole non l’abbia trovata che nel calepino dell’Altamura! Sia come sia: sciòsciole, sciòcele, sciòscele o infine sciòccele è questione di lana caprina, posto che qualunque nome si scelga il gustosissimo sapore della frutta secca resta invariato!
mullechelle s.vo f.le diminutivo pl. del sg. mullica [dal lat. mollīca] = mollica, parte molle sottostante la crosta del pane e simili. briciola.
Brak     

Nessun commento:

Posta un commento