TRE ESPRESSIONI NATALIZIE
1)DOPPO NATALE FRIDDO E FAMMA
Ad litteram: Dopo il Natale freddo e fame. Icastica espressione usata in riferimento in
primis alla situazione
metereologica ed in secundis a
quella economica; in effetti il vero
autentico periodo freddo dell’anno è quello che sopravviene dopo le festività natalizie che si considerano
chiuse con l Epifania quando si affrontano i mesi di gennaio e febbraio che
sono quelli dal clima piú rigido; con valenza non meno significativa
l’espressione fa riferimento alla incresciosa situazione economica cui ogni
napoletano deve far fronte proprio allorché si è dato fondo quasi del
tutto alle proprie disponibilità con le spese fatte per onorare degnamente le festività
di fine anno.Cosicché pur in presenza dei nuovi emolumenti corrisposti alla
fine di gennaio, il napoletano comune, nel tempo post-natalizio, incorre in
grandi difficoltà esistenziali sino a fargli eclamare la frase in epigrafe.
2)ADDÒ T’HÊ FATTO PASCA, FATTE PURE NATALE
Ad litteram: Dove ài trascorso
la Pasqua, (lí) trascorri anche Natale! .
Icastica espressione da intendersi in senso letterale ed in un altro,
traslato. Nellla prima valenza è espressione usata per significare a qualche
indesiderato di liberarci della sua inopportuna presenza per modo che non ci
guasti la festività; per fare tanto dimentichi l’adagio che suona: Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi,
ed anche nella festività natalizia eviti di tenerci fastidiosa compagnia,
recandosi a trascorrere la festività, là dove abbia trascorso la festività
pasquale.
In senso traslato è espressione
usata nei confronti degli scialacquatori cui si fa capire che non si à voglia
di soccorrerli e che sarebbe piú opportuno, per loro, chiedere aiuto ai
compagni di trascorsi bagordi.
3)A NNATALE SCURZETELLE, I A PPASCA MULLECHELLE!
Ad litteram: A Natale,
bucce ed a Pasqua mollichelle
Espressione usata per compendiare ciò che residua dei pranzi
sia di Natale che di Pasqua. A Natale avanzano sul desco solo le numerose
frantumate bucce della frutta secca che chiude, con il nome di sciòsciole/sciòcele/sciòccele il pranzo della vigilia e della festa; a Pasqua invece ciò
che residuano sul desco sono le mollichelle della pastiera che idefettibilmente
chiude il pranzo pasquale.
scurzetelle s.vo f.le pl.diminutivo
di scorza = buccia, guscio,
baccello, involucro, tegumento ma anche corteccia d’albero, pelle, spoglia di
serpente e nel caso che ci occupa guscio
vuoto di frutta secca ;
etimologicamente dal
lat. scortea(m) 'veste di pelle', s.vo dell'agg. scorteus, deriv. di scortum 'pelle';
lat. scortea(m) 'veste di pelle', s.vo dell'agg. scorteus, deriv. di scortum 'pelle';
i termini sciòsciole/sciòcele/sciòccele [dal
lat. flacce-s] che in napoletano
indicano appunto tutta la frutta secca, quella che cioè lascia un congruo
residuo di bucce. Ricorderò appena il noto esito del gruppo latino fl che in
napoletano diviene sempe sci come in flos (fiore) che in napoletano approda a
sciore, flumen (fiume) che diventa sciummo etc. Come si vede il termine
sciòsciole o sciòcele o sciòccele, non va risolto,come pure proposto da taluni
sprovveduti adusi a risolvere ogni etimo percorrendo la comoda strada della
onomatopea, con una pilatesca onomatopea richiamante, a loro dire, il rumore
che potrebbe generare chi rimestasse con le mani nel cesto dove, per solito,
viene riposta tutta la frutta secca. Esso termine à invece una sua pacifica
derivazione denominale latina. Un’ ultima notazione: moltissimi, forse quasi
tutti usano scrivere sciòsciole, mantenendo il suono palatale sci anche per la
seconda c della parola; io per tener fede alla derivazione latina penso sia piú
opportuno eliminare il secondo suono palatale sci, che del resto pare non abbia
una giustificazione etimologica, scrivendo e leggendo sciòcele quando non
addirittura, (per tener vive le due c etimologiche di flacces) sciòccele,
piuttosto che sciòsciole e ciò quantunque la voce sciòccele,accanto a sciòcele
e sciòscele ed alla piú usata sciòsciole non l’abbia trovata che nel calepino
dell’Altamura! Sia come sia: sciòsciole, sciòcele, sciòscele o infine sciòccele
è questione di lana caprina, posto che qualunque nome si scelga il gustosissimo
sapore della frutta secca resta invariato!
mullechelle s.vo f.le diminutivo
pl. del sg. mullica [dal lat. mollīca] = mollica, parte molle sottostante la crosta del pane e
simili. briciola.
Brak
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