sabato 23 maggio 2020

E CCHI ‘NU ‘RAPPULO E CCHI ‘NA PIGNA...


E CCHI ‘NU ‘RAPPULO E CCHI ‘NA PIGNA...
L’icastica espressione in epigrafe,di evidente sapore campagnolo,  nella sua interezza chiarificatrice suona: “E cchi ‘nu ‘rappulo e cchi ‘na pigna...povera vigna mia chi còglie e mmagna!”e va resa in italiano: Chi un [solo] ricimolo, chi una [intera]pigna, povera vigna mia [fagocitata da ] chi [a sbafo] spicca e mangia e nacque evidentemente in àmbito contadino per poi trasmigrare nella città bassa  dove fu in uso negli anni ’50 del 1900 ed ancòra affiora sulle lubbra di qualche stagionato napoletano d’antan che, usandola intende far riferimento all’incresciosa situazione di chi, non avendo il coraggio di reagire e far valere le proprie ragioni, si veda depauperato delle proprie sostanze o dei frutti del proprio lavoro per mano di parenti o conoscenti che profittano, a scrocco, della bontà d’animo di  quel qualcuno che si lascia sottrarre, senza reagire o esigere corrispettivo, beni o solo il suo sapere. ‘Rappulo oppure ‘rappo  doppia morfologia di un unico sostantivo[che è dal lat. grappus] e vale grappolo, racimolo; da grapp-us trae direttamente ‘rappo  per semplificazione dfel gruppo GR →’R con  l’aferesi dell’iniziale  occlusiva velare sonora G,mentre ‘rappulo è ottenuto con l’agglutinazione del sostantivo ‘rappo addizionato di   olo/a o ulo/a suffisso aggettivale che continua il lat. olus/ola  e che unito ad aggettivi o sostantivi forma alterati con valore diminutivo, o vezzeggiativo (bestiola), oppure stabilisce una relazione, una provenienza., un’abitudine.Nella forma ulo è suffisso anche di sostantivi: ess.: fasulo, pennarulo.
Satis est R. Bracale

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