E CCHI ‘NU ‘RAPPULO E CCHI ‘NA PIGNA...
L’icastica espressione in epigrafe,di evidente sapore
campagnolo, nella sua interezza
chiarificatrice suona: “E cchi ‘nu ‘rappulo e cchi ‘na pigna...povera
vigna mia chi còglie e mmagna!”e va resa in italiano: Chi un [solo] ricimolo,
chi una [intera]pigna, povera vigna mia [fagocitata da ] chi [a sbafo] spicca e
mangia e nacque evidentemente in àmbito contadino per poi trasmigrare nella
città bassa dove fu in uso negli anni
’50 del 1900 ed ancòra affiora sulle lubbra di qualche stagionato napoletano
d’antan che, usandola intende far riferimento all’incresciosa situazione di chi,
non avendo il coraggio di reagire e far valere le proprie ragioni, si veda
depauperato delle proprie sostanze o dei frutti del proprio lavoro per mano di
parenti o conoscenti che profittano, a scrocco, della bontà d’animo di quel qualcuno che si lascia sottrarre, senza
reagire o esigere corrispettivo, beni o solo il suo sapere. ‘Rappulo oppure
‘rappo doppia morfologia di un unico
sostantivo[che è dal lat. grappus] e vale grappolo, racimolo; da grapp-us trae
direttamente ‘rappo per semplificazione
dfel gruppo GR →’R con l’aferesi
dell’iniziale occlusiva velare
sonora G,mentre ‘rappulo è ottenuto con l’agglutinazione del sostantivo ‘rappo
addizionato di olo/a o ulo/a suffisso
aggettivale che continua il lat. olus/ola
e che unito ad aggettivi o sostantivi forma alterati con valore
diminutivo, o vezzeggiativo (bestiola), oppure stabilisce una relazione, una
provenienza., un’abitudine.Nella forma ulo è suffisso anche di sostantivi:
ess.: fasulo, pennarulo.
Satis est R. Bracale
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