venerdì 30 ottobre 2020

LA “FESTA DEI QUATTRO ALTARI”

LA “FESTA DEI QUATTRO ALTARI”

 La “Festa dei Quattro Altari” veniva celebrata, fino a pochi anni fa, a Torre del Greco nel giorno dell’ottava della celebrazione eucaristica del Corpus Domini, e per questo veniva chiamata anche “l’Ottava”.Durante tale festività, in quattro punti specifici del centro storico, venivano eretti giganteschi pannelli dipinti, raffiguranti immagini sacre, abbelliti da composizioni floreali, detti “ALTARI”. Le postazioni rimanevano esposte per tre giorni ed alla mezzanotte del terzo giorno, i migliori fuochisti torresi si esibivano nei tradizionali ed immancabili “ fuochi a mare”, illuminando l’intera costa torrese con meraviglie pirotecniche L’evento era fra i più sentiti per la comunità torrese che associò all’evento la commemorazione di un passaggio importante per la storia della loro città: il “riscatto baronale”. Nell’occasione le strade si riempivano di gente, musiche e bancarelle per i tre giorni della festa. Eppure, questa celebrazione, non ebbe origine a Torre del Greco, ma, secondo alcuni in Lombardia [Milano ] e secondo altri, tra cui il sottoscritto, a Roma. Non è dato infatti di sapere con certezza infatti se fu istituita nel 1527 presso la chiesa del S. Sepolcro a Milano ad iniziativa dell’agostiniano Antonio Bellotti di Ravenna (†1528), che fondò anche la scuola del Santo Sepolcro legata a tale scopo, avviando l’uso di ripetere le Quarant’Ore anche fuori la Settimana Santa. Anche il cremonese Sant’Antonio Maria Zaccaria (Cremona, 1502 - †Cremona, 5 luglio 1539) nella seconda metà del 1500,propugnò tale pratica e fu in Roma san Filippo Neri (Firenze, 21 luglio 1515 – †Roma, 26 maggio 1595) ad istituire all’incirca nello stesso lasso di tempo[seconda metà del 1500] la pratica delle “Quarant’ore” che consisteva nell’esposizione dell’Eucarestia per, appunto, quaranta ore nel giorno dell’ottava del Corpus Domini. Di certo si sa solo che fu il papa Paolo III (Canino, 29 febbraio 1468 – † Roma, 10 novembre 1549) ad approvare questa pratica con breve apostolico del 28 agosto 1537; fu papa Clemente VIII (Fano, 24 febbraio 1536 – †Roma, 3 marzo 1605) ad ufficializzare il rito nel 1592 per celebrare il centenario della scoperta delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo: durante l’esposizione delle quaranta ore, infatti, si impartiva ai fedeli la benedizione eucaristica da quattro punti diversi della città, per simboleggiare i quattro continenti allora conosciuti. Probabilmente la pratica delle “Quarant’ore” a Napoli fu mutuata da quella romanana molti anni dopo allorché, come riportato dallo storico Ceva Grimaldi, nel 1616, il vicerè Don Pietro Fernandez de Castro (Monforte de Lemos, 1560 – †Madrid, 19 ottobre 1622), per festeggiare la costruzione del Palazzo Reale e di altri edifici e strade, statuì che durante il giorno dell’ottava del Corpus Domini i napoletani potessero ricevere la benedizione eucaristica da quattro altari posti nei punti cardine della città. L’iniziativa fu apprezzata particolarmente dai dominatori spagnoli e dai napoletani che iniziarono a ripeterla ogni anno, al punto che, quando i Borbone conquistarono Napoli, mantennero la tradizione. Lo scrittore francese Sthendhal, trovandosi a Napoli nel 1824, assistette a tale celebrazione ed estasiato, la descrisse in un passo del romanzo “Il Rosso e Il Nero”.Non sappiamo, esattamente, quando Torre del Greco fece suo il rito delle “Quarant’ore” trasformandolo nella “Festa dei Quattro Altari”, ma con ogni probabilità la cosa avvenne tra il 1810 ed il 1814 al tempo di Giocchino Murat (Labastide-Fortunière, 25 marzo 1767 – †Pizzo, 13 ottobre 1815) alllorché nei paesi costieri Torre Annunziata, Torrevecchia, Torre del Greco cessò ogni dominio feudale e, come ò anticipato, i torresi associarono all’evento la commemorazione di un passaggio importante per la storia della loro città: il “riscatto baronale”.

Brak

 

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