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   27 VARIE
  LOCUZIONI. 
  1        JIRSENE A CASCETTA(TE NE VAJE A
  CASCETTA!).  
  Letteralmente: Andarsene a cassetta.(te ne vai a cassetta!)Id est: andare
  incontro ad una grossa fatica. La cassetta in questione è quella  che fu del vespillone e del cocchiere delle
  carrozze padronali: il posto piú alto, ma anche il piú scomodo ed il piú
  faticoso da raggiungere, delle antiche vetture da trasporto passeggeri.
  L'espressione viene usata quando si voglia sottolineare la dispendiosità o la
  fatica cui si va incontro, impegnandosi in un'azione ritenuta gravosa per cui,per
  sottinteso,   se ne sconsiglia il porvi mano.  
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   2    Â CASA D' 'O FERRARO, 'O SPITO 'E
  LIGNAMMO...  
  Letteralmente: In casa del ferraio, lo spiedo è di legno. La locuzione è
  usata a commento sapido allorché ci si imbatta in persone dalle quali  con le loro azioni (per la loro supposta,
  vantata professionalità) ci si attenderebbero, risultati adeguati ben diversi
  da quelli che invece sono sotto gli occhi di tutti.  
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   3    PIGLIATÉLLA BBELLA E CÓCCATE PE TTERRA.  
  Letteralmente:sposala bella e coricati in terra. Id est: accasati con una
  donna bella, ma tieniti pronto a sopportarne le peggiori conseguenze;la
  bellezza di una moglie comporta danno (patrimoniale) e sofferenze(morali).  
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   4 ABBACCÀ
  CU CHI VENCE.  
  Colludere col vincitore - Schierarsi dalla parte del vincitore. Comportamento
  nel quale gli Italiani sono maestri: si racconta, ad esempio, che al tempo
  dell'ultima guerra, all'arrivo degli americani non fu possibile trovare un
  fascista. Tutti quelli che per un ventennio avevano indossato la camicia
  nera, salirono sul carro dei vincitori e i militari anglo-americani si
  chiedevano, riferendosi a Mussolini: Ma come à fatto quell'uomo a resistere
  vent'anni se non aveva nessuno dalla sua parte?  
  Abbaccà = andar con - colludere (con)  deriva 
  da un latino medioevale ad +
  vadicare frequentativo di
  vadere.secondo il seguente percorso morfologico                                        ad-vadicare→ad-badicare→abbad(i)care→abbadcare→abbaccare. 
    
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   5 QUANNO
  'A CUNNIMMA È PPOCA, SE NE VA P' 'A TIELLA.  
  Quando il condimento è poco, si disperde nel tegame, invece di attaccarsi
  alle pietanze; id est al dilà del significato primo dell’espressione : chi
  non à mezzi sufficienti, facilmente li disperde e non riesce ad usarli per
  portare a compimento un'opera cominciata. 
  cunnimma s.vo f.le condimento; voce formata dalla radice
  del verbo  lat. condi¯re→cunni¯ re
    addizionata del suffisso imma suffisso per sostantivi (che è possibile trovare come immo
  o come imma e talora come amma o umma 
  )  che à  valore collettivizzante o intensivo (cfr. mazzamma,calimma, canimma), ma è  spesso di chiaro sapore dispregiativo (cfr.
  cazzimma,perimma/perumma), ed è suffisso
  coniato su di un latino: ime(n) con successivo raddopiamento espressivo e
  rafforzativo della emme fino a giungere ad immo/imma/amma/umma; nella
  fattispecie si ebbe cunni + imma→ cunnimma  
  tiella s.vo
  f.le padella, tegame;
  voce  dal latino tegella(m),
  diminutivo di tegula, con caduta
  della palatale g, suono di transizione j donde tejella > tjella e tiella;
  in origine quando ancora la tegella non era che una piccola tegula, altro non fu che una sorta di
  copertura di altri vasi in terracotta come i 
  caccabu-m (caccavo) e caccabella-m (caccavella)
  anch’essi, come la tegella e la tegola in terracotta.  
    
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   6 A LLU
  FFRIJERE SIENTE 'ADDORE, A LLU CAGNO,SIENTE 'O CHIANTO.  
  Letteralmente: al momento di friggere sentirai l'odore, al momento del
  cambio, piangerai. Un disonesto pescivendolo aveva ceduto ad un povero prete
  un pesce tutt' altro che fresco e richiesto dall'avventore intorno alla bontà
  della merce si vantava di avergli dato una fregatura asserendo che l'odore
  del pesce fresco si sarebbe manifestato al momento di cucinarlo, ma il furbo
  sacerdote , che aveva capito tutto e lo aveva ripagato con danaro falso, gli
  replicò per le  rime dicendo che il
  truffaldino pescivendolo  al momento
  che avesse tentato di scambiare la moneta ricevuta, avrebbe avuto la cattiva
  ventura di doversene dolere in quanto si sarebbe accorto della falsità del
  danaro.La locuzione è usata sarcasticamente nei confronti di chi pensa di
  aver furbescamente dato una fregatura a qualcuno e non intende di esser stato
  ripagato d’una  medesima moneta...  
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   7 VOCA
  FORA CA 'O MARE È MARETTA...  
  Rema verso il largo ché il mare è agitato...Consiglio pressante, quasi
  ingiunzione ad allontanarsi, rivolto a chi chieda insistentemente qualcosa
  che non gli spetti.In effetti i marinai sanno che quando il mare è molto
  agitato è conveniente remare verso il largo piuttosto che bordeggiare a
  ridosso della riva contro cui ci si potrebbe infrangere. Il consiglio ripete,
  addizionandolo di una spiegazione, la massima 
  latina Duc in altum!= Va’ al largo! .  
  maretta s.vo
  fle (derivato
  dell’ acc.vo lat. mare) 
  1Condizione, anche temporanea, del mare (che si può avere spec.
  in acque ristrette), caratterizzata dall’accentuarsi dell’increspatura
  dell’acqua con brevi ondicelle irregolari, appuntite, formatesi per lo
  spirare di venti locali, di direzione e intensità spesso mutevoli: oje ce sta
  maretta; 
   
  2. In
  senso fig., stato di tensione, di agitazione e di malcontento latenti o solo
  parzialmente repressi: alla riunione di condominio c’è stata un po’ di m.;
  nc’è maretta
   tra ‘e partite d’ ‘o guverno/’e ll’uppusizzione.  
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   8 QUANNO
  JESCE 'A STRAZZIONA, OGNE FFESSO È PRUFESSORE...  
  Quando è avvenuta l'estrazione dei numeri del lotto, ogni sciocco diventa
  professore. la locuzione viene usata per sottolineare lo stupido
  comportamento di chi,incapace di fare qualsiasi previsione o di dare
  documentati consigli, s'ergono a profeti e professori, solo quando,
  verificatosi l'evento de quo, si vestono della pelle dell' orso...volendo
  lasciar intendere che avevano previsto l'esatto accadimento o le certe
  conseguenze...di un comportamento.  
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   9 'A
  MONECA 'E CHIANURA:MUSCIO NN 'O VULEVA , MA TUOSTO LE FACEVA PAURA...  
  La suora di Pianura:tenero non lo voleva, ma duro le incuoteva paura (si
  sottointende :il pane.) La suora affetta da edentulismo, non gradiva il pane
  troppo morbido e si spaventava di quello duro. La locuzione viene usata nei
  confronti degli incontentabili o degli eterni indecisi...  
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  10 HÊ
  VIPPETO VINO A UNA RECCHIA.  
  Ài bevuto vino ad una orecchia - cioè ài bevuto del vino scadente,  quello che fa reclinare la testa da un lato.
  Pare che il vino buono sia quello che faccia reclinare la testa in avanti. Lo
  si dice per sottolineare i pessimi risultati di chi abbia  agito incongruamente, come  dopo di aver bevuto del  vino scadente.  
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   11 PURTA'E FIERRE A SANT' ALOJA.  
  Recare i ferri a
  Sant'Eligio. Alla chiesa di sant'Eligio i vetturini da nolo solevano portare,
  per ringraziamento, i ferri dismessi dei cavalli ormai fuori servizio.Per
  traslato l'espressione si usa con riferimento furbesco agli uomini che per
  raggiunti limiti di età, non possono piú permettersi divagazioni sessuali...  
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   12 'O
  PATATERNO 'NZERRA 'NA PORTA E ARAPE 'NU PURTONE.  
  Il Signore Iddio se chiude una porta, apre un portoncino - Cioè: ti dà sempre
  una via di scampo  
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   13 NUN TENÉ
  PILE 'NFACCIA E SFOTTERE Ô BARBIERE  
  Non aver peli in volto e infastidire il barbiere - Cioè: esser presuntuosi al
  punto che, mancando degli elementi essenziali per far alcunchè, ci si erga ad
  ipercritico e spaccone.È l’atteggiamento tipico dei saccenti e/o supponenti.  
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   14 È
  GGHIUTO 'O CASO 'A SOTTO E 'E MACCARUNE 'A COPPA.  
  E' finito il cacio sotto e i maccheroni al di sopra. Cioè: si è rivoltato il
  mondo.  
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   15 À FATTO
  MARENNA A SSARACHIELLE.  
  À fatto merenda con piccole aringhe affumicate - Cioè: si è dovuto
  accontentare di ben poca cosa.Détto degli inetti ed incapaci che dalle loro
  incongrue azioni non sortiscono alcun effetto!  
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   16'O CANE
  MOZZECA Ô STRACCIATO.  
  Il cane assale chi veste dimesso - Cioè: il destino si accanisce contro il
  diseredato.  
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   17 TRE
  SONGO 'E PUTIENTE:'O PAPA, 'O RRE E CHI NUN TÈNE NIENTE...  
  Tre sono i potenti della terra:il papa, il re e chi non possiede nulla: Il
  papa è il capo indiscusso della comunità ecclesiale e quando parla ex
  cathedra è addirittura infallibile;il re è il capo indiscusso della comunità
  nazionale che gli presta onore ed ubbidienza; chi manca di tutto non à timore
  né d’esser richiesto d’alcunché, né d’essere defraudato di ciò che non à!  
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   18 Ė
  GGHIUTA ‘A FESSA 'MMANO Ê CRIATURE, 'A CARTA 'E MUSICA 'MMANO Ê BARBIERE, 'A
  LANTERNA 'MMANO Ê CECATE...  
  La vulva è finita nelle mani dei bambini, lo spartito musicale in mano ai
  barbieri, la lanterna nelle mani dei ciechi. - l'espressione viene usata con
  senso di disappunto, quando qualcosa di importante finisce in mani inesperte
  o inadeguate che pertanto non possono apprezzare ed usare al meglio, come
  accadrebbe nel caso del sesso finito nelle mani dei fanciulli o ancora come
  l'incolto barbiere alle prese con uno spartito musicale o un cieco cui fosse
  affidata una lanterna che di per sè dovrebbe rischiarare l'oscurità.  
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   19 S' A'
  DDA JÍ A DD' 'O PATUTO, NO A DD' 'O MIEDECO.  
  Bisogna recarsi a chiedere consiglio da chi à patito una malattia, non dal
  medico - Cioè:la pratica val piú della grammatica.  
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   20 AÚRIO
  SENZA CANISTO, FA' VEDÉ CA NUN L'HÊ VISTO.  
  Augurio senza dono, mostra di non averlo ricevuto - Cioè: alle parole occorre
  sempre accompagnare i fatti.  
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   21 Ô
  PIRCHIO PARE CA 'O CULO LL'ARROBBA 'A PETTULA...  
  All'avaro sembra che il sedere gli rubi la pettola della camicia - Cioè: chi
  è avaro vive sempre nel timore d'esser derubato.  
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   22 CHI
  FATICA'NA SARACA, CHI NUN FATICA, 'NA SARACA E MMEZA.  
  Chi lavora guadagna una salacca, chi non lavora, una salacca mezza - Cioè: la
  vita è ingiusta e  spesso premia oltre
  i  meriti.  
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   23 'A
  MAMMA D''E FESSE È SEMPE INCINTA.  
  La mamma degli sciocchi è sempre incinta - Cioè: il mondo brulica di stupidi.
   
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   24 DICETTE
  'O PAPPICE ‘NFACCIA Â NOCE: DAMME 'O TIEMPO CA TE SPERTOSO!  
  L'insetto punteruolo disse alla noce: Dammi tempo e ti perforerò - Cioè: chi
  la dura la vince!  
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  25 A GGHIENNERE
  E NNEPUTE, CHELLO CA FAJE È TTUTTO PERDUTO.  
  A generi e nipoti quel che fai, è tutto perso - Cioè:stante la generale
  diffusissima irriconoscenza umana, va perduto anche il bene fatto ai parenti
  prossimi  
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   26 'O
  FIGLIO MUTO, 'A MAMMA 'O 'NTENNE.  
  Il figlio muto è compreso dalla madre - Lo si dice di due persone che abbiano
  un'intesa perfetta.  
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   27 SAN
  LUCA NCE S'È SPASSATO...  
  San Luca ci si è divertito...- Lo si dice di una donna cosí bella che sembra
  dipinta dal pennello di San Luca, che la tradizione vuole pittore autore di
  bellissime effigi femminili, tra le quali quella della santa Vergine. Ma lo
  si dice  anche furbescamente in senso
  antifrastico quando ci si imbatta in una donna decisamente brutta, quasi
  volendo significare che il santo pittore abituato a ritrarre donne
  bellissime, nella fattispecie si sia preso un divertimento (spasso)
  riproducendo una donna bruttissima.  
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