PIGLIARSE COLLERA
Questa volta è stato la cara amica S. R. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirle significato e portata dell’ espressione partenopea in epigrafe. Comincerò con il dire che l’espressione è tanto pregnantemente napoletana da non trovare esatto corrispettivo nella lingua nazionale; tuttavia con un giro di parole cercherò di farne comprendere il significato anche a chi dimori al di là dell’acqua santa. A tutta prima si considera l’espressione in esame il modo napoletano di rendere l’italiano arrabbiarsi Ma questo è un modo superficiale e raffazzonato di risolvere la faccenda: il pigliarsi collera napoletano non è il semplice arrabbiarsi, incollerirsi, inalberarsi, stizzirsi, inquietarsi, alterarsi, infuriarsi, imbestialirsi, indiavolarsi, inviperirsi quanto invece il
dispiacersi, il dolersi, il rammaricarsi, il rincrescersi, il provare tristezza,tormento, rammarico, dolore, ansia, dispiacere, rovello per avvenimenti, accadimenti indesiderati ancorché spesso attesi, avvenimenti che incidono tanto sull’intimo di chi ne sopporta le conseguenze da lasciare urtati, infastiditi, seccati, offesi, ripugnati, tutte sensazioni che sono lontane dal sentimento di sdegno, spesso improvviso, che si manifesta con parole o atti violenti, dall’ira, dal furore che definiscono e circoscrivono l’italiano collera usata in espressioni quali : andare, montare in collera; essere in collera con qualcuno o in riferimento a fenomeni degli elementi naturali: la collera del vento, del mare. La collera[dal lat. chòleram]; dell’espressione napoletana è ben altro; è dispiacere, rincrescimento, rammarico, cruccio, pena, tristezza e tocca da presso la sensibilità dell’animo.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’ amica S.R. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste due paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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