venerdì 25 settembre 2009

SGAMARE-SGAMÀ

SGAMARE-SGAMÀ

Il verbo centro-meridionale in epigrafe, pervenuto anche nel lessico italiano, è usato – soprattutto nel gergo giovanile corrente - per indica re il capire, l’ intuire qualcosa di dissimulato, qualcosa cioè che – perduta l’originaria forza – si appalesi, lasciandosi comprendere chiaramente; ad es: farse sgamà = farsi sgamare,e cioè: farsi scoprire mentre si sta facendo qualcosa di nascosto;t’aggiu sgamato= ti ò sgamato id est: ti ò scoperto o anche ò capito il tuo trucco!
Di non semplice lettura l’etimologia della voce verbale; la maggior parte dei vocabolarî (anche i più accorsati (forniti): Garzanti – Treccani – Zingarelli) si trincerano (copiandosi vicendevolmente) dietro un pilatesco etimo incerto; in simili faccende non amo lavarmi le mani e dunque azzardo l’ipotesi che il verbo sgamare possa derivare da una lettura metatetica di smagare a sua volta derivante da un tardo latino exmagare= perdere le forze che è da ex + un ant. tedesco *magan= aver forza.
accorsati voce verbale partenopea, che non guasterebbe nell’italiano, part. passato plurale dell’infinito napoletano accurzà = fornire di qualcosa derivato dal lat. volg. *ad-cursare denominale di cursus.
RaffaeleBracale

1 commento:

sagra ha detto...

Caro Lello,
leggo sempre il tuo blog, che apprezzo particolarmente.

Come napoletano e come vecchio pescatore, mi permetto di suggerire alla base di sgamare la radice "amo".

Sentii per la prima volta il termine sgamare da un vecchio pescatore alla foce del Volturno, in riferimento ad un pesce che era riuscito a a "sgamare l'esca", lasciando l'amo pulito.

Cordiali saluti da Sagra