A cchi pazzea cu 'o ciuccio, nun le mancano cauce
A chi gioca con un asino, non mancheranno i calci
Id est:chi pratica ambienti o esseri cattivi o malfidi, dovrà subirne le immancabili, dure conseguenze.
pazzea o pazzeja = gioca, scherza voce verbale (3° pers. sing. ind. pres.) dell’infinito pazzïà= giocare, scherzare o pure comportarsi irrazionalmente; etimologicamente il verbo napoletano, pervenuto peraltro anche nell’italiano, risulta un denominale di pazzo/pazzia derivati piú che dal latino patior= soffro, dal greco patheía (da pronunciarsi pathîa= sofferenza di corpo o animo;
ciuccio = asino, ciuco e per traslato persona ignorante; etimologicamente la voce a margine parrebbe essere di origine espressiva, ma la cosa non mi convince e propenderei per l’ipotesi che vede in ciuccio un adattamento di tipo popolare di un originario giucco da un lat. ex-sucus= senza sugo, sciocco, sempre che ciuccio non derivi dal latino cicur= mansuefatto domestico o da cillus modellato sul greco kíllos; non manca infine chi vi vede (a mio avviso con molta probabilità) un derivato da una radice araba del verbo schiacarà=ragliare radice che molto più chiaramente à dato il siculo sciecco;
cauce = calci plurale di caucio= calcio; la voce partenopea risulta deriv. da una forma aggettivale lat. calcius ce è da calx- calcis 'calcagno, calcio' con il consueto passaggio di al + consonante che dà au.(lo abbiamo già visto altrove: caldaia→caurara, gelsa→ceuza, altus→auto etc.). Raffaele Bracale
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