martedì 21 agosto 2012

PENNARULO

PENNARULO Questa volta è stato il caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli significato e portata della voce partenopee in epigrafe, spesso usata dal sovrano Ferdinando II (Palermo, 12 gennaio 1810 – †Caserta, 22 maggio 1859)in riferimento ai giornalisti che osavano dirne male sui loro fogli. .L’accontento súbito dicendo che pennarulo è un s.vo m.le 1 in primis portapenne,pennaiolo 2 per traslato e sineddoche sarcastica scrittorucolo, scribacchino, imbrattacarte, imbrattafogli, giornalista e sim. 3 per traslato polemico e denigrativo, uomo di lettere, letterato per mestiere, scrittorucolo; voce da un lat. volg. pennariolu(m) denominale di penna(m) addizionata del doppio suff. aro ed ulo: aro è un suff. di competenza per sostantivi o aggettivi derivati dal latino o formati in italiano, che indicano oggetti,ma soprattutto mestieri, suff. che continua il lat. arius→aro/ero, mentre il suff. diminutivo ulo/a è suffisso che continua il lat. olus/ola e che unito ad aggettivi o sostantivi forma alterati con valore diminutivo o vezzeggiativo (bestiola), oppure stabilisce una relazione, una provenienza. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est. Raffaele Bracale

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