venerdì 17 giugno 2016
VARIE 16/632
1.SI 'A FATICA FÓSSE BBONA, 'A FACESSENO 'E PRIEVETE.
Se il lavoro fosse una cosa buona lo farebbero i preti(che per solito non fanno niente). Nella considerazione popolare il ministero sacerdotale è ritenuto cosa che non implica lavoro.
2.AVIMMO CASSATO N' ATU RIGO 'A SOTT' Ô SUNETTO.
Letteralmente: Abbiamo cancellato un altro verso dal sonetto, che - nella sua forma classica - conta appena 14 versi. Cioè: abbiamo ulteriormernte diminuito le nostre già esigue pretese. La frase è usata con senso di disappunto tutte le volte che mutano in peggio situazioni già di per sè non abbondanti...
3.HÊ VIPPETO VINO A UNA RECCHIA.
Ài bevuto vino ad una orecchia - Ossia vino scadente che fa reclinare la testa da un lato. Pare, nell’inteso comune che il vino buono sia quello che faccia reclinare la testa in avanti. L’espressione è usata per sottolineare i pessimi risultati di chi à agito dopo di aver bevuto vino scadente.
4.PURTÀ 'E FIERRE A SANT' ALOJA.
Recare i ferri a Sant'Eligio. Alla chiesa di sant'Eligio i vetturini da nolo solevano portare, per ringraziamento, i ferri dismessi dei cavalli ormai fuori servizio.Per traslato l'espressione si usa con riferimento furbesco agli uomini che per raggiunti limiti di età, non possono piú permettersi divagazioni sessuali...
5.'O PATATERNO 'NZERRA 'NA PORTA E ARAPE ‘NU PURTONE O 'NA FENESTA.
Il Signore Iddio se chiude una porta, apre un portone o una finestra - Cioè: ti dà sempre una via di scampo
6.NUN TENÉ PILE 'NFACCIA E SFOTTERE Ô BARBIERE
Non aver peli in volto e infastidire il barbiere - Cioè: esser presuntuosi al punto che mancando degli elementi essenziali per far alcunchè ci si erge ad ipercritico e spaccone.
7.È GGHIUTO 'O CASO 'A SOTTO E 'E MACCARUNE 'A COPPA.
E' finito il cacio sotto e i maccheroni al di sopra. Cioè: si è rivoltato il mondo.
8.À FATTO MARENNA A SSARACHIELLE.
À fatto merenda con piccole aringhe affumicate - Cioè: si è dovuto accontentare di ben poca cosa.
9.FÀ LL'ARTE 'E MICHELASSO: MAGNÀ, VEVERE E GGHÍ A SPASSO.
Fare il mestiere di Michelaccio:mangiare, bere e andar bighellonando - cioè la quintessenza del dolce far niente...
10.SO' GGHIUTE 'E PRIEVETE 'NCOPP'Ô CAMPO
Sono scesi a giocare a calcio i preti - Cioè: è successa una confusione indescrivibile:temporibus illis i preti erano costretti a giocare indossando la lunga talare che contribuiva a render difficili le operazioni del giuoco determinando un procedere caotico. L’icastica espressione è usata a commento di situazioni in cui regnino disordine, baraonda, scompiglio, soqquadro.
11.NUN VULÈ NÈ TTIRÀ, NÈ SCURTECÀ...
Non voler né tendere, né scorticare - Cioè: non voler assumere alcuna responsabilità,rifuggere da ogni impegno come accadeva con taluni operai conciatori di pelle quando non volevano né mantener tese le pelli, né procedere alla loro scuoiatura.
12.ACCUNCIARSE QUATT' OVE DINTO A 'NU PIATTO.
Sistemarsi quattro uova in un piatto - cioè:assicurarsi una comoda rendita di posizione, magari a danno di altra persona (per solito la porzione canonica di uova è in numero di due...).
13.FARSE 'NU PURPETIELLO.
Bagnarsi fino alle ossa come un piccolo polpo tirato su grondante d'acqua.
14.JÍ A PPÈRE 'E CHIUMMO.
Andare con i piedi di piombo - Cioè: con attenzione e cautela. Quasi si calzassero scarpe da palombaro appesantite da suole di piombo che costringessero a procedere lentamente.
15.TENÉ'A SCIORTA 'E MARIA VRENNA.
Avere la sorte di Maria di Brienne - Cioè:perder tutti propri beni ed autorità come accadde a Maria di Brienne sfortunata consorte di Ladislao di Durazzo, ridotta alla miseria alla morte del coniuge (1414) dalla di lui sorella Giovanna II che,succedutagli sul trono, si impossessò di tutti i beni, anche di quelli personali della vedova di Ladislao la quale fu esautorata in tutto, privandola del prestigio, della stima, del credito,della considerazione prestigio,nonché delle competenze precedentemente esercitate.
Brak
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