1. MENTRE O MIEDECO
STUREJA, 'O MALATO SE NNE MORE. Letteralmente: Mentre il medico studia, il
malato se ne muore. La locuzione è usata per sottolineare e redarguire il lento
improduttivo agire di chi predilige il vacuo pensiero alla piú proficua, se
rapida, opera.
2.M' HÊ DATO 'O
LLARDO 'INT' Â FIJURA Letteralmente: Mi ài dato il lardo nel santino.
L'espressione si usa nei confronti di chi usi eccessiva parsimonia nel
conferire qualcosa a qualcuno e prende l'avvio dall'uso che avevano i monaci di
Sant'Antonio Abate a Napoli che gestivano in piazza Carlo III un ospedale per
cure dermatologiche ed usavano il lardo dei maiali con il quale producevano
unguenti curativi. Allorché poi dimettevano un infermo erano soliti consegnare
al medesimo, per il prosieguo della cura, una piccolissima quantità di lardo
benedetto, avvolto in un santino raffigurante Sant'Antonio abate. Pur se
benedetto la quantità del lardo era veramente irrisoria e pertanto assai poco
bastevole alla bisogna.
3. FÀ CUOFENO SAGLIE
E CCUOFENO SCENNE
Ad litteram: Far (sí
che un) corbello salga e (l’altro) scenda.
Antica icastica espressione, mutuata dal lavoro dei muratori
(come qui di seguito chiarirò) da intendersi nel senso di: evitare di
intralciare il normale iter dell’umane faccende, cercando di non intervenire
per mutarne il corso vuoi in senso positivo che in senso negativo;
lasciare che tutto vada secondo il fato
o il destino limitandosi ad osservare tenendosi estraneo da ogni faccenda e
mostrandosi impassibile innanzi ad ogni accadimento , anche davanti a quelli
che dovessero riguardarci tanto da presso da coinvolgerci e tutto ciò nella
convinzione che sia impossibile ed inutile opporsi ai voleri del fato o destino
che sia.L’espressione in esame è usata altresí con altra accezione quale
imperioso consiglio a non affrettarsi nell’operare limitandosi a tenere il
normale ritmo delle cose e ciò tenendo presente che l’operazione descritta
nella locuzione à di per sé un andamento blando e non precipitoso. Come ò
accennato l’espressione fu mutuata dal lavoro dei muratori e faceva riferimento al consiglio/ordine che
il cosiddetto capomanipolo dava ad ogni sottoposto addetto allo sgombero dei
calcinacci di demolizione o al trasporto dei materiali da costruzioni calati(i
primi) o issati (i secondi) per il tramite di funi e carrucole affinché non
impedissero con malaccorti interventi la salita e la discesa delle ceste
ricolme. Un tempo il lavoro predetto veniva effettuato servendosi di un paranco
provvisto di funi e carrucole cui erano attaccati due cesti, uno riempito del
materiale di sgombero, l’altro vuoto; ora mentre il cesto pieno con il suo peso
si spostava lentamente dall’alto in basso, contemporaneamente l’altro cesto
svuotato risaliva con pari velocità. Oggidí nell’intento di accelerare le operazioni si sono aboliti paranco funi e carrucole e ci si serve di
alcuni tronchi di cono di robusta
plastica impilati l’uno sull’altro nei
quali vengono versati i calcinacci di
demolizione che velocemente precipitano dall’alto in basso ed ecco che la
locuzione à perduto il suo sapido significato di partenza.
Cuofeno s.vo m.le [dal
latino cophǐnus, marcato sul
greco kóphinos] è un
particolare cesto di vimini piú stretto alla base e provvisto di
manici,usato per il trasporto delle
merci piú varie.
4.SE PAVA NIENTE? E SEDÚGNEME DA CAPA Ô PEDE!
Letteralmente: Si paga niente? Ed ungimi da capo al piede. Cosí si dice di chi
voglia ottenere il massimo da qualsivoglia operazione che sia gratuita ed
eccede a quel fine nelle sue richieste come quel cresimando che, saputo che
l'unzione sacramentale era gratuita, apostrofò il vescovo con le parole in
epigrafe chiedendo di essere unto completamente.
5.DA CH' È MMUORTO 'O
CUMPARIELLO, NUN SIMMO CCHIÚ CUMPARE. Letteralmente: Da quando è morto il
figlioccio, non siamo piú compari. Id est: da quando non c'è piú chi ci aveva
uniti, è finito anche il legame. La locuzione viene usata con senso di
disappunto davanti ad incomprensibili e repentini mutamenti di atteggiamento o
davanti ad inattesi raffredamenti di rapporti un tempo saldi e cordiali, quasi
che la scomparsa del figlioccio potesse far cessare del tutto le pregresse
buone relazioni intercorrenti tra il padrino e i parenti del defunto
figlioccio.
6.LL' AMMORE DA
LUNTANO È COMME A LL' ACQUA 'INT' Ô PANARO. L'amore di lontano è come acqua
nel cestino di vimini Id est: è un lavorio inutile che si tramuta in tormento.
7.SANTA CHIARA:
DOPP'ARRUBBATO, 'E PPORTE 'E FIERRO! Letteralmente - Santa Chiara: dopo
aver subíto il furto, (apposero) le porte di ferro. La locuzione è usata per
redarguire chi è tardo nel porre rimedi o aspetti di subire un danno per
correre ai ripari, mentre sarebbe stato opportuno il prevenire che è sempre
meglio del curare; l’espressione ironizza sul correre ai ripari quando sia
troppo tardi, quando si sia già subíto il danno paventato, alla stessa stregua
di ciò che accadde per la basilica di santa Chiara che fu provvista di solide
porte di ferro in luogo del preesistente debole uscio di legno, ma solo quando
i ladri avevano già perpetrato i loro furti a danno della antica chiesa
partenopea.
8.'MBARCARSE SENZA
VISCUOTTE. Letteralmente:Imbarcarsi senza biscotti. Id est: agire da
sprovveduti, accingersi ad un'operazione, senza disporre dei mezzi necessari o
talvolta, senza le occorrenti capacità mentali e/o pratiche. Anticamenti i
pescatori che si mettevano in mare per un periodo che poteva durare anche piú
giorni si cibavano di carni salate, pesci sotto sale e gallette o biscotti,
preferiti al pane perché non ammuffivano, ed anche secchi erano sempre edibili
ammollati nell'acqua naturalmente marina non ancora inquinata.
9.S'À DDA FÀ 'O
PIRETO PE CQUANTO È GGRUOSSO 'O CULO. Letteralmente: occorre fare il peto
secondo la grandezza dell'ano. Id est: bisogna commisurare le proprie azioni
alle proprie forze e capacità fisiche e/o morali evitando di eccedere per non
incorrere o in brutte figure o in pessimi risultati.
10.CHI SE METTE CU 'E
CRIATURE, CACATO SE TROVA. Letteralmente: chi intrattiene rapporti con i
bambini, si ritrova sporco d'escrementi. Id est: chi entra in competizione con
persone molto piú giovani di lui è destinato a fine ingloriosa, come chi
contratta con i bambini dovrà sopportarne le amare conseguenze, che derivano
dalla naturale mancanza di serietà ed immaturità dei bambini.
11.'A GALLINA FA
LL'UOVO E Ô VALLO LL'ABBRUSCIA 'O MAZZO. Letteralmente:la gallina fa l'uovo
e al gallo brucia l'ano. Id est: Uno lavora e un altro si lamenta della fatica
che non à fatto. La locuzione è usata quando si voglia redarguire qualcuno che
si sia vestito della pelle dell'orso catturato da altri, o che si voglia
convincere qualcuno a non lamentarsi per fatiche che non à compiute, e di cui
invece fa le viste di portare il peso.
12.MO ABBRÚSCIALE
PURE 'A BBARBA E PPO DICE CA SO' STAT' IO! Letteralmente: Adesso ardigli
anche la barba e poi di' che sono stato io... La locuzione viene usata con gran
risentimento da chi si voglia difendere da un'accusa, manifestamente falsa. Si
narra che durante un'Agonia (predica del venerdí santo)un agitato predicatore
brandendo un crocefisso accusava, quasi ad personam, i fedeli presenti in
chiesa dicendo volta a volta che essi, peccatori, avevano forato mani e piedi
del Cristo, gli avevano inferto il colpo nel costato, gli avevano calzato in
testa la corona di spine lo avevano flaggellato con i loro peccati e cosí via.
Nell'agitazione dell'eloquio finí per avvicinare il crocefisso in maniera
maldestra ad un cero acceso correndo il rischio di bruciare la barba del
Cristo. Al che, uno dei fedeli lo apostrofò con la frase in epigrafe, entrata a
far parte della cultura popolare...
13.QUANNO 'A GALLINA
SCACATEA, È SSIGNO CA À FATTO LL'UOVO. Letteralmente: quando la gallina
starnazza vuol dire che à fatto l'uovo. Id est: quando ci si scusa
reiteratamente, significa che si è colpevoli. 14.QUANNO SI 'NCUNIA STATTE E QUANNO SI MARTIELLO VATTE
Letteralmente: quando sei incudine sta fermo, quando sei martello, percuoti. Id
est: ogni cosa va fatta nel momento giusto, sopportando quando c'è da
sopportare e passando al contrattacco nel momento che la sorte lo consente
perché ti è favorevole.
15.À FATTO 'O PIRETO
'O CARDILLO. Letteralmente: Il cardellino à fatto il peto. Commento salace
ed immediato che il popolo napoletano usa quando voglia sottolineare la
risibile performance di un insignificante e maldestro individuo che per sue
limitate capacità ed efficienznon può produrre che cose di cui non può restar
segno o memoria come accade appunto delle insignificanti flautolenze che può
liberare un piccolo cardellino.
Brak
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