domenica 22 maggio 2011

TIRÀ ‘O CAPO ‘NTERRA

TIRÀ ‘O CAPO ‘NTERRA
Anche questa volta il destro per la stesura di questa paginetta me l’offre la richiesta dell’ affezionato amico P.Y. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche), consueto attento fruitore delle cosucce che scrivo che mi à proposto di illustrare e chiosare l’espressione in epigrafe. Provvedo immantinente augurandomi di contentarlo e di interessare anche qualcuno dei miei consueti ventiquattro lettori.
L’espressione che ad litteram vale: Tirare in terra l’estremità/Poggiare in terra la parte superiore o l'estremità, il principio (di qualcosa) è da intendersi: Venire alla conclusione di una faccenda, risolvere demum una disputa, una questione, portarla a termine definitivamente.
L’espressione nacque prendendo spunto dall’attività dei cordai (in napoletano funare) quegli stessi protagonisti dell’altra espressione Fà comme ê funare cioè
Agire come i fabbricanti di corde. Id est: non fare alcun progresso né nello studio, né nell'apprendimento di un mestiere. Quando ancora non v'erano le macchine ed i robot che fanno di tutto, c'erano taluni mestieri che venivano fatti da operai ed esclusivamente a mano. Nella fattispecie i cordari solevano fissare con i chiodi ad un asse di legno i capi delle corde da produrre e poi procedendo come i gamberi le intrecciavano ad arte. Anche nella locuzione in esame si prende in considerazione il modo di procedere tenuto dai cordari che allorché avevano finito il lavoro d’intreccio delle corde e saggiatane la consistenza e/o resistenza tirandole con forza a sé, staccavano i chiodi con cui avevano fissato il capo delle corde da produrre e poggiavano a terra l’estremità delle funi ottenute per significare d’aver portato a termine il lavoro, d’aver concluso il loro compito e non restar loro che l’osservare come i garzoni ammatassassero ad arte le corde prodotte.
Successivamente per traslato l’espressione dal lavoro dei cordai si estese ad ogni situazione che si volesse indicare come portata a termine, conclusa, risolta.
E qui giunto mi pare d’avere adeguatamente commentato e chiosato l’espressione propostami dall’amico P.Y.,d’averlo accontentato ed interessato forse qualcuno dei miei consueti ventiquattro lettori.
Satis est.
Raffaele Bracale Brak

1 commento:

Unknown ha detto...

Complimenti non trovavo la provenienza del detto da nessuna parte. Grazie