martedì 24 aprile 2012
JÍ TRUVANNO CRISTO ‘INT’ Ê LUPINE etc.
JÍ TRUVANNO CRISTO ‘INT’ Ê LUPINE
o meglio JÍ TRUVANNO CRISTO DINTO A LA PINA
ad litteram: Andar cercando Cristo fra i lupini o meglio Andar cercando Cristo nella pigna. Id est: mettersi alla ricerca di una cosa difficile da trovarsi o da conseguirsi; cosa pretestuosa e probabilmente inutile, per cui, il piú delle volte, non metterebbe conto il mettersene alla ricerca; per estensione: cercare il pelo nell’uovo o cercar pretesti.
Come ò segnalato la prima locuzione è meno esatta della seconda che risulta invece essere quella originaria, mentre la prima ne è solo una frettolosa corruzione determinata da un’erronea agglutinazione dell’articolo la con il sostantivo pina, agglutinazione che produsse lo scorretto lupine ( che sono i semi commestibili di una pianta erbacea che produce appunto dei semi gialli che bolliti e salati sono gustosi e commestibili, simili alle fave (fam. Leguminose)) ; ed in effetti se si analizza la seconda locuzione, quella consigliata, si può intendere a pieno la valenza delle espressioni, valenza che è difficile cogliere accettando la prima locuzione che fa riferimento ad incoferenti e pretestuosi lupini (che – ribadisco - son dei semi di una leguminosa e non le piccole arselle che a Napoli ànno il medesimo nome di lupini) in effetti prendendo per buona la versione che parla di lupini sia che li si intenda semi o pianta, sia li si intenda arselle non si comprende perché Nostro Signore Gesú Cristo vi si sia nascosto, costringendo qualcuno ad andarne in cerca!; quanto piú corretta la seconda ipotesi, quella che fa riferimento alla pigna in quanto i pinoli in essa contenuti presentano spesso un ciuffetto di cinque peli, ciuffo comunemente detto: manina di Cristo e la locuzione richiama la ricerca di detta manina, operazione lunga e fastidiosa che non sempre si conclude positavamente: infatti occorre innanzitutto procurarsi una pigna fresca, abbrustolirla al fuoco per poi spaccarla ed estrarne i contenitori dei pinoli, da cui trar fuori i suddetti ed alla fine andare alla ricerca della manina e cioè di Cristo; spesso capita però che i contenitori siano vuoti di pinoli e dunque tutta la fatica fatta vada sprecata e si riveli inutile.
lupine plurale di lupino pianta leguminosa dai semi gialli commestibili – il seme stesso etimologicamente derivato del lat. lupinu(m), agg. deriv. di lupus 'lupo'; propr. 'erba dei lupi'; con altra accezione con la voce lupine si indica nel meridione tutto, forse per la forma tondeggiante simile a quella del seme giallo, una piccola vongola detta altrove arsella
vongola mollusco bivalve di mare ed anche panzana, sciocchezza; voce in origine partenopea derivata dal lat. concula(m)→gongola→vongola trasmigrata poi nell’italiano;rammento che in napoletano spesso la g gutturale si alterna alla v (cfr. golpa/vorpa=volpe – gunnella/vunnella= gonnellina – gulio/vulio= desiderio);
arsella nome popolare di varie specie di molluschi bivalvi marini commestibili. derivato dal lat. tardo arcella(m) 'astuccio', dim. di arca;
pina sost. femm. = pigna frutto conico delle conifere, costituito da squame legnose che racchiudono i semi (pinoli) dal lat. (nucem) pinea(m)= noce del pino.
Qualche altro scrittore di cose napoletane nel vano tentativo di fare accogliere la prima locuzione, fa riferimento ad una non meglio annotata o rammentata leggenda secondo la quale la Vergine Maria durante la sua fuga in Egitto, per sfuggire alla strage dei piccoli ordinata da Erode, chiese alla pianta di lupini di nascondere Gesú Bambino, ma ne ricevette un rifiuto e stranamente la Vergine non fu misericordiosa con la pianta condannandola anzi a produrre in eterno frutti amari; nelle mie ricerche tale leggenda è risultata pressocché sconosciuta ai piú e risulta altresí leggenda alquanto improbabile atteso che per i cattolici (ed i napoletani lo sono!) la santa Vergine è addirittura invocata come mater misericordiae e presentarla invece che misericordiosa, vendicativa urta contro il senso comune! Ciò da un lato,mentre per converso non v’è anziano popolano partenopeo che non sia a conoscenza della manina di Cristo.
Jí truvanno o Jí ascianno = andare in cerca letteralmente: jí = andare infinito del verbo jí/jire dal latino ire; truvanno voce verbale (gerundio) dell’infinito
truvà =trovare, ma anche e qui cercare; non tranquillissima l’etimologia;molti ipotizzano, ma a mio avviso poco convincentemente, un lat. volg. *tropare,(esprimersi per tropi) dal class. tropus 'tropo'(qualsiasi uso linguistico che trasferisca una parola dal significato suo proprio a un altro figurato; traslato: la metafora, la metonimia, la sineddoche, l'antifrasi, l'iperbole sono tropi ); ma – a mio avviso – è migliore l’idea di chi (D.E.I.) opta per un provenzale trobar o ancóra migliore infine l’idea di chi(Graziadio Isaia Ascoli (Gorizia, 16 luglio 1829 –† Milano, 21 gennaio 1907), e non Francesco D’Ascoli (Napoli 1920 –† ivi 2008) pensò ad un latino *truare derivato di trua=mestolo che indicherebbe appunto il rimestare in una pentola alla ricerca di qualcosa,spiegando semanticamente l’idea del cercare;
ascianno voce verbale (gerundio) dell’infinito asciare/ ascià= cercare con impegno, quasi affannosamente con etimo dal lat. volgare adflare→afflare =annusare con il normale esito fl→sci;
Cristo appellativo riservato a Ns. Signore Gesú; Unto dal lat. Christu(m), traslitterazione del gr. Christós, che traduce l'ebr. mashiah =Messia e cioè Unto (dal Signore).
Raffaele Bracale 23/11/2006
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