TENÉ 'E RRECCHIE 'E PULICANO
Ad litteram:tenere le orecchie di pubblicano e ciò quantunque erroneamente ( come chiarirò di qui a poco) in un fraintendimento popolare, qualcuno pretenderebbe di tradurre: tenere le orecchie di pellicano. Chiarisco súbito che quest’ultima traduzione non è né corretta né attendibile e ciò per due chiari motivi:
a) il pellicano (dal lat. tardo pelecanu(m), che è dal gr. pelekán –ânos) è un uccello nuotatore e pescatore dal becco enorme e fornito, nella parte inferiore, di un sacco per il deposito del cibo;à piume bianche, ali rosse e piedi palmati (ord. Pelecaniformi); nella tradizione iconografica e letteraria del medioevo, è simbolo di Cristo, perché si credeva nutrisse i propri piccoli con il suo stesso sangue, lacerandosi il petto con il becco; tale uccello è però comunque tanto sconosciuto alle latitudini partenopee che mai il popolo (quello che conia le espressioni idiomatiche…) avrebbe potuto prenderlo a riferimento in una espressione popolare;
b) non risulta in nessuna letteratura scientifica che il suddetto pellicano sia accreditato di avere udito finissimo da prendersi a modello.
Torniamo alla espressione in epigrafe; essa locuzione dalla duplice valenza è usata vuoi per indicare chi sia dotato di udito finissimo , vuoi (piú spesso) per indicare coloro che stiano sempre, con l'orecchio teso attenti ad ascoltare ciò che accade a loro intorno, o per informarsi, oppure per non lasciarsi cogliere impreparati, comportandosi alla medesima stregua appunto degli antichi esattori pubblici:i pubblicani (dal lat. publicanu(m), deriv. di publicum 'tesoro pubblico') di cui pulicano è – a mio avviso - un derivato per sincope: (pu(b)licanu(m)→pulicanu(m)→pulicano; gli antichi pubblicani erano quelli che nell'antica Roma, prendevano in appalto la riscossione delle imposte pubbliche
(estens. non com.) gabelliere, doganiere | (spreg.) persona interessata, avida di guadagno; come esattori di tasse i pubblicani dovevano tener le orecchie tese, pronti ad ascoltar qualunque cosa venisse detta in giro sul conto di chiunque, per non lasciarsi sfuggire un eventuale contribuente, atteso che i pubblicani nel prendere in appalto la riscossione delle tasse versavano all’erario in anticipo tutto l’ammontare delle medesime tasse e poi dovevano affaccendarsi per recuperarle non lasciandosi sfuggire notizie su chi fosse tenuto a pagarle.Rebus sic stantibus è molto piú probabile, contrariamente a quanto gli sprovveduti intendono, che l’espressione in epigrafe non vada intesa come tenere le orecchie del pellicano, ma come tenere le orecchie del pubblicano.
E ciò, a mio avviso, penso di averlo ad abundantiam chiarito.
raffaele bracale
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