venerdì 27 marzo 2020

‘O TRUMMETTA Â VICARIA.


‘O TRUMMETTA Â VICARIA.
Ad litteram: Il trombetto alla  (della)  Vicaria; id est: essere una persona adusa a spettegolare,a propalare notizie (altrui!) o avvenimenti che sarebbe stato piú opportuno tacere.
Originariamente con la locuzione in epigrafe e specificatamente con il termine  ‘o trummetta si indicava  il banditore che, partendo dall’uscio del Tribunale leggeva i bandi emanati dalla Gran Corte della Vicaria  fermandosi alle cantonate della città, dove - per attirare l’attenzione della gente - era solito  far squillare una trombetta.Al tempo di don Pedro di Toledo, vicerè di Napoli tutti i tribunali di cui la Gran Corte della Vicaria  era il maggiore, furono riuniti in Castel Capuano, ancóra oggi, a Napoli, sede della maggior parte dei tribunali cittadini
trummetta di per sé s.vof.le = trombetta, strumento musicale a fiato  di ottone, con canneggio curvato cilindrico provvisto di valvole e pistoni, che ad un'estremità termina con un bocchino e all'altra..  si allarga in un padiglione; è lo strumento tradizionalmente usato per dare segnali militari; per ampliamento semantico qui – come ò già accennato – con la voce trummetta ma reso necessariamente maschile (poi che l’attività di banditore non fu mai svolta da donne) ‘o trummetta si indica un banditore; in partic., banditore di un'asta pubblica e figuratamente  chi diffonde una dottrina, divulga notizie etc.; quanto  all’etimo trummetta la voce risulta essere un dim.di trumma (cfr. suff. etta) che con assimilazione progressiva è da un ant. alto tedesco trumba d’origine onomatopeica;
Vicaria  notissimo antico  quartiere popolare napoletano, un tempo noto con il nome di  ‘a via d’’e chianche per la presenza di numerose macellerie (in napoletano chianche dal lat. planca(m)= panca ché in origine nelle macellerie la carne veniva esposta e sezionata su di una panca di legno) situato a ridosso del centro antico;si espandeva  in origine tra  la zona di Forcella (Vicaria vecchia) e la zona posta al di qua ed al di là  della porta capuana  nel quale sorge il famoso  Castelcapuano che è  il piú antico castello di Napoli. Di origine normanna, è situato allo sbocco dell'attuale via dei Tribunali ed è sede della sezione civile del tribunale di Napoli. Deve il suo nome al fatto di essere ubicato a ridosso di Porta Capuana, che si apre sulla strada che conduceva all'antica Capua.Tra il 1537 ed il 1540, Don Pedro de Toledo, marchese di Villafranca del Bierzo (1532 – 1553 ) vicerè di Napoli,  trasferí il Tribunale della Vicaria, ed altri uffici giudiziari in Castelcapuano.

Fino al 1535, infatti, la giustizia civile e penale del vicereame napoletano    veniva amministrata in diversi luoghi: la Gran Corte della Vicaria si trovava in un edificio della Vicaria vecchia a Forcella, il Sacro Consiglio nel chiostro di Santa Chiara, la Real Camera della Sommaria nella casa del marchese del Vasto, il Tribunale della Bagliva era sulle scale della chiesa di San Paolo, e il Tribunale della Zecca nel palazzo di fronte a Sant’Agostino. L’esigenza avvertita dal Viceré spagnolo,su istanza di avvocati e sudditi, era quella di accentrare in un unico luogo tutte le attività legate all’amministrazione della giustizia. Parte di Castelcapuano divenne carcere giudiziario per i nobili e per il popolo. Esso occupava tre livelli: il piano ammezzato era riservato ai nobili carcerati, il piano terra era destinato ai criminali comuni, i sotterranei ospitavano gli elementi peggiori; altre carceri per criminali comuni erano ubicate nella vicinissima piazza San Francesco nell’edificio che un tempo era stato il convento dei monaci di sant’Anna ed in seguito e fino a poco tempo fa ospitò gli uffici  della Pretura di Napoli.

Il carcere vero e proprio venne chiuso nel 1886, ma fino al novembre 1995, quando le sezioni penali lasciarono Castelcapuano, parte di esse restarono per i detenuti che dovevano assistere ai processi. Ancora oggi alcune gabbie fatiscenti fanno bella mostra di sé in alcuni angusti corridoi del piano terra e piano interrato.

 Oggi il nuovo quartiere Vicaria (piú noto con il nome di Vasto forse perché nella zona il marchese di Vasto, v’ebbe alcune proprietà, ma piú probabilmente perché Vasto è corruzione di Guasto (linguisticamente infatti è comunissimo nel napoletano l’alternanza v→g e viceversa  cfr.vallo/gallo –gallina/vallina  – gunnella/vunnella- volpe/golpe etc.,   per i guasti (incendi, saccheggi)operati nella zona a ridosso della porta degli eserciti invasori)  è  nato dopo il Risanamento della città di Napoli,iniziato nel 1885 quando debellata l'epidemia di colera che nel 1884 aveva colpito la città , si inizia ad operare   lo sventramento di interi quartieri popolari e la creazione -tra l'altro- del Corso Umberto e della Galleria Umberto I.  con l'attuazione delle leggi che prevedevano un'espansione verso la zona orientale: le abitazioni sono prevalentemente di carattere popolare e sono state realizzate dalla Società pel Risanamento, dalle cooperative dei ferrovieri, e da privati. Successivamente agli eventi bellici che colpirono fortemete la zona, una parte di esso venne ricostruito ed è stato anche vittima della speculazione edilizia (difatti molte abitazioni sono in calcestruzzo armato).
Raffaele Bracale



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