DÒN
La voce in epigrafe indica in primis un titolo d'onore d’origine iberica ( 15°-16° sec.) titolo che si premette al nome e al cognome degli ecclesiastici: don Abbondio; don Mazzolari, o al nome di principi e nobili, spec. di origine spagnola: don Carlos ; successivamente, con la dominazione spagnola, la voce pervenne in talune zone dell’Italia (Campania, Lombardia) dove piú a lungo durarono le dominazioni iberiche e divenne voce che – alla maniera spagnola - si premise ed ancora si premette al nome ed al cognome degli ecclesiastici e/o nobili e poi estensivamente anche al nome di una persona di riguardo: don Vito. Infine, soprattutto nell’italia meridionale è titolo che s’usa attribuire, per scherno o furbescamente anche a persone del basso ceto sociale, soprattutto nella forma femminile donna (spagn. doña ): es.:donna Assunta (che invece è, ad esempio, solo una venditrice di ortaggi!); le voci don/donna spesso sono usate nel napoletano nella forma aferizzata di on/onna: on Carluccio, onna Cuncetta ed ambedue le voci on ed onna per essere entrate nell’uso comune e non confondendosi con altre voci non necessitano neppure del segno diacritico dell’aferesi (‘) per cui correttamente può scriversi on, piuttosto che ‘on ed onna piuttosto che ‘onna; tuttalpiú suggerirei nel caso di donna di indicarne l’accento grave nella sillaba d’avvio: ònna per evitare una sia pure improbabile confusione con ónna (onda)…
Etimologicamente don risulta essere un’apocope di un originario donno che è dal lat. volg. dom’nu(m),forma sincopata (con assimilazione regressiva mn→nn) del class. dominu(m) signore, padrone; pertanto qualcuno potrebbe pensare che il don usato in Italia possa esser voce originaria (ed in effetti il poeta Alighieri usò nel suo poema la voce donno), derivata direttamente dal predetto latino volgare, ma le ragioni storiche summenzionate, mi fanno ritenere che la voce, specialmente nell’ambito campano, sia stata mutuata dallo spagnolo: e non faccia meraviglia; nella lingua napoletana lo spagnolo è ampiamente e diffusamente presente!
Raffaele Bracale
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