ESSERE ‘NU SIGNORE/’NA SIGNORA
L’espressione in epigrafe (che in napoletano si ritrova o nell’affermazione esclamativa “Sî ‘nu signore!” o piú spesso in quella (di sapore iberico) che adopera il voi in luogo del tu “Site ‘nu signore !”) usa la parola signore come appellativo di riguardo e di cortesia per sottolineare le positive qualità di persona democratica, raffinata nei modi e nei gusti,persona di cultura, beneducata, disposta ad aiutare il prossimo o a partecipare agli altri in maniera gratuita e pronta il proprio sapere.
Rammento che la voce signore in talune espressioni partenopee viene apocopato in si’ (cfr. ‘o si’ prevete = il signor prete, che alcuni erroneamente rendono con un incongruo zi’ prevete che dovrebbe tradursi zio prete in quanto si’ è apocope di si – gnore, mentre zi’ è apocope di zio/a e deriva da un tardo latino thiu(m) e thia(m) da un greco tehîos ));etimologicamente signore deriva dal francese seigneur forgiato sul latino seniore(m) comparativo di senex=vecchio,anziano mentre il sié ( cfr. ‘a sié badessa = la signora badessa) è l’apocope ricostruita di signora dalla medesima voce francese femminilizzata e metatetica di seigneur→ sie-gneuse. Rammento che la voce femminile napoletana sié, pur essendo un’apocope dev’essere scritta con la e accentata per indicarne l’esatta pronuncia che non si indicherebbe se si scrivesse come pure fa qualche sprovveduto sie’ sulla falsariga del si’ maschile.
Raffaele Bracale
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