giovedì 13 settembre 2012
VARIE 2045
1.ACCUNCIARSE QUATT' OVE DINTO A 'NU PIATTO.
Sistemarsi quattro uova in un piatto - cioè:assicurarsi una comoda rendita di posizione, magari a danno di altra persona ( infatti, per solito , la porzione canonica di uova è in numero di due...).
2.FARSE UNU PURPETIELLO.
Bagnarsi fino alle ossa come un piccolo polpo tirato su grondante d'acqua.
3.JÍ A PPÈRE 'E CHIUMMO.
Andare con i piedi di piombo - Cioè: con la stessa attenzione e cautela dei palombari che nelle loro discese submarine usano calzare scarpe con fondo di piombo.
4. TENÉ'A SCIORTA 'E MARIA VRENNA.
Avere la sorte di Maria Di Brienne; id est: ridursi alla miseria totale e cioèperder tutti propri beni ed autorità come accadde a Maria di Brienne sfortunata consorte di Ladislao di Durazzo, ridotta alla miseria alla morte di quest’ ultimo (1414) dalla di lui sorella Giovanna II succedutagli sul trono.
5.JÍ Ô BATTESIMO, SENZA CRIATURA.
Recarsi a battezzare un bimbo senza portarlo... - Cioè comportarsi, per insipienza o colpevole ignavia, in maniera decisamente errata, mettendosi nella situazione massimamente avversa all'opera che si vorrebbe intraprendere.
6.PARE CA S''O ZUCANO 'E SCARRAFUNE...
Sembra che se lo succhino gli scarafaggi.- È detto di persona cosí smunta e rinsecchita da sembrar che abbia perduto la propria linfa vitale preda degli scarafaggi, notoriamente avidi di liquidi.
7.ABBRUSCIÀ 'O PAGLIONE...
Incendiare il pagliericcio - Cioè darsi alla fuga, alla latitanza, lasciando dietro di sé terra bruciata, come facevano le truppe sconfitte che incendiavano i propri accampamenti, dandosi alla fuga.(procurare un danno definitivo)
8.OGNE SCARRAFONE È BBELLO A MMAMMA SOJA...
Ogni blatta(per schifosa che sia)è bella per la sua genitrice - Ossia: per ogni autore la sua opera è bella e meritevole di considerazione.
9.CHI SAGLIE ‘NCOPP’Ê CCORNA ‘E CHILLO, PO’ DDÀ ‘A MANO Ô PATATERNO.
Chi si inerpica sulle corna di quello lí, può stringer la mano al Padreterno -(atteso che quelle corne sono alte e resistenti...)- Iperbole usata sarcasticamente per indicare un uomo molto tradito dalla consorte.
10. QUANNO 'O DIAVULO TUJO JEVA Â SCOLA, 'O MIO ERA MASTO ‘E SCOLA.
Quando il tuo diavolo era scolaro, il mio era maestro - Cioè: non credere di essermi superiore in intelligenza, perspicacia e sapere anche indirizzato al male!; son pane per i tuoi denti, son molto piú esperto di te e ti potrei esser maestro anche nel male!
11.'O CANE MOZZECA Ô STRACCIATO.
Il cane assale chi si presenta in veste dimessa - Cioè: il destino si accanisce contro il diseredato.
12. TRE SONGO 'E PUTIENTE:'O PAPA, 'O RRE E CHI NUN TÈNE NIENTE...
Tre sono i potenti della terra:il papa, il re e chi non possiede nulla; Il papa è l’indiscussa massima autorità in materia di fede, il re lo è come capo di una nazione e l’indigente, non possedendo nulla,è altrettanto potente perché non corre il rischio di esser derubato, né quello di sentirsi chiedere prestiti!
13. È GGHIUTA ‘A FESSA 'MMANO Ê CRIATURE, 'A CARTA 'E MUSICA 'MMANO Ê BBARBIERE, 'A LANTERNA 'MMANO Ê CECATE...
La vulva è finita nelle mani dei bambini, lo spartito musicale in mano ai barbieri, la lanterna nelle mani dei ciechi.Id est: si son verificati tre accadimenti inopportuni prodromici di cattivi sviluppi; l'espressione viene usata con senso di disappunto, quando qualcosa di importante finisce in mani inesperte o inadeguate che pertanto non possono apprezzare ed usare al meglio, come accadrebbe nel caso del sesso finito nelle mani dei fanciulli o ancora come nel caso dell'incolto barbiere alle prese con uno spartito musicale o infine nel deprecato caso di un cieco cui fosse affidata una lanterna che di per sè dovrebbe rischiarare l'oscurità; in tutti e tre i casi gli sviluppi delle situazioni esemplificate,si appaleserebbero errati ed inconferenti!
14. S' A' DDA JÍ ADD' 'O PATUTO, NO ADD' 'O MIEDECO.
Bisogna recarsi a chiedere consiglio da chi à patito una malattia, non dal medico - Cioè:la pratica val piú della grammatica.
15.AÚRIO SENZA CANISTO, FA' VEDÉ CA NUN L'HÊ VISTO.
Augurio senza dono, mostra di non averlo ricevuto - Cioè: alle parole occorre sempre accompagnare i fatti .
16.Ô PIRCHIO PARE CA 'O CULO LL'ARROBBA 'A PETTULA...
All'avaro sembra che il sedere gli rubi la pettola della camicia - Cioè: chi è avaro vive sempre nel timore d'esser derubato.
17. CHI FATICA'NA SARÀCA, CHI NUN FATICA, 'NA SARÀCA E MMEZA.
Chi lavora guadagna una salacca, chi non lavora, una salacca mezza - Cioè: spesso nella vita si è premiati oltre i propri meriti.
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