mercoledì 14 settembre 2016
SFRIDDÀ O FÀ SFRIDDO
SFRIDDÀ O FÀ SFRIDDO
Questa volta è stato il cortese amico G. J. O. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli significato e portata dell’ espressione partenopea in epigrafe. L’accontento súbito augurandomi di interessare altresí anche qualcun altro dei miei ventiquattro lettori ed entro súbito in medias res dicendo che in primis l’espressione sfriddà o fà sfriddo si riferisce tecnicamente a quel tipico, direi fisiologico calo quantitativo che una merce, un materiale, un prodotto alimentare subisce durante la lavorazione, il trasporto o la stasi in magazzino, calo che su molte confezioni viene indicato con una dicitura ad hoc: prodotto soggetto a calo di peso.
Per traslato poi furbescamente e sarcasticamente l’espressione è usata (e questa penso sia l’accezione che interessa a l’amico) per risentirsi, prendersela, indispettirsi, urtarsi, aversela a male per l’atteggiamnento di chi, per cattiva volontà, dopo d’aver promesso di tenere un atteggiamento munifico o compartecipativo, receda dal promessa e non mantenga la parola data quasi che la sua volontà si sia affievolita in quanto abbia subíto un fisiologico calo di peso.
sfriddo s.vo m.le = Calo quantitativo (e talora consumo, logorío) che prodotti, materiali, merci, ecc. subiscono durante il magazzinaggio, il carico e lo scarico, la lavorazione, o, quando si tratti di organi meccanici, per l’attrito e il logorio conseguente al loro stesso funzionamento.
Con sign. concreto, l’insieme dei residui o cascami che risulta dalla lavorazione di legname, metalli, pelli, carta, fibre tessili, ecc.; voce etimologicamente da un basso lat. fredu(m) 'tassa concordata con il fisco, spesa da sostenere obtorto collo' con protesi di una s intensiva/durativa e raddoppiamento espressivo dell’ occlusiva dentale sonora (d). Va da sé che il verbo sfriddà = calare, diminuire, assottigliarsi è un denominale del medesimo basso lat. fredu(m).
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico G. J. O. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste due paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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