ESSERE ‘O SI’ NISCIUNO
Ad litteram: essere il signor nessuno. Detto di chi sia ritenuto un’autentica nullità, un essere di nessuna valenza e/o importanza un autentico signor nessuno.Rammento che spesso anche tra napoletani di vecchio conio la locuzione in epigrafe suona come: essere ‘o zi’ nisciuno sostituendo la sibilante S con una piú dura, ma inesatta Z e persino il grandissimo don Peppino Marotta,si lasciò confondere ed incolse nell’errore di tradurre l’espressione in maniera errata: essere lo zio nessuno , laddove la parola esatta da usarsi nella locuzione è: si’. In effetti usando lo scorretto zi’ nisciuno ci troveremmo ad avere a che fare con la parola zi’ forma apocopata della voce zio(zio) che è dal lat. thiu(m) e l’espressione in un certo senso si snaturerebbe del suo significato giacché usando zi’ nisciuno (zio nessuno) non si raggiungerebbe l’icastica espressività che è contenuta nell’esatta locuzione che prevede l’uso di si’ nisciuno (signor nessuno) dove si’ è la forma apocopata della parola si(gnore).
A margine rammento che anche in altra locuzione con nomi al femminile in luogo di usare il corretto sié (signora) s’usa uno scorretto zi’(zia); cfr. il sié apocope ricostruita di signora dalla voce francese femminilizzata e metatetica di seigneur → sie-gneuse nell’espressione dicette ‘o si’ prevete â sié badessa:”Senza denare nun se cantano messe”!
Ad litteram: Il signor prete disse alla signora abadessa: Senza denari, non si celebrano messe cantate! Espressione che viene talora malamente riportata come dicette ‘o zi’ prevete â zi’ badessa:”Senza denare nun se cantano messe”! dove i due zi’ sono forme apocopate delle voci zio(zio) e zia che sono dal lat. thiu(m) e thia(m),ma che rendono malamente l’icasticità propria delle voci signore e signora.
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