sabato 4 febbraio 2017
VARIE 17/144
1.FÁ TRE FFICHE, NOVE RÒTELE
Letteralmente: fare con tre fichi nove rotoli. Con l'espressione in epigrafe, a Napoli si è soliti bollare i comportamenti o - meglio - il vaniloquio di chi esagera con le parole e si ammanta di meriti che non possiede, né può possedere. Per intendere appieno la valenza della locuzione occorre sapere che il rotolo era una unità di peso del Regno delle Due Sicilie e corrispondeva in Sicilia a gr.790 mentre a Napoli e suo circondario,ad 890 grammi per cui nove rotole corrispondevano a Napoli a circa 8 kg. ed è impossibile che tre fichi (frutto, non albero) possano arrivare a pesare 8 kg. Per curiosità storica rammentiamo che il rotolo, come unità di peso, è in uso ancora oggi a Malta che, prima di divenire colonia inglese, apparteneva al Regno delle Due Sicilie. Ancora ricordiamo che il rotolo deriva la sua origine dalla misura araba RATE,trasformazione a sua volta della parola greca LITRA, che originariamente indicava sia una misura monetaria che di peso; la LITRA divenne poi in epoca romana LIBRA (libbra)che vive ancora in Inghilterra col nome di pound che indica sia la moneta che un peso e come tale corrisponde a circa 453,6 grammi, pressappoco la metà dell'antico rotolo napoletano.
2.FÀ TREMMÀ ‘O STRUNZO ‘NCULO.
Ad litteram: far tremare lo stronzo nel culo; id est: incutere in qualcuno, attraverso gravi minacce, tanto timore o spavento da procurargli, iperbolicamente, un convulso tremore degli intestini e del loro contenuto prossimo ad essere espulso.
Tremmà = tremare, essere scosso da una serie di rapide contrazioni muscolari causate dal freddo, dalla paura, da una malattia e sim.; la voce è dal lat. tremere con cambio di coniugazione e raddoppiamento espressivo della labiale: tremere→tremare→tremmare.
Strunzo = s.vo m.le = escremento solido di forma cilindrica; voce derivata dal tedesco strunz.
‘nculo =(i)n+culo id est: nel culo; quest’ultima voce è dal lat. culu(m) marcata sul greco kòlon= intestino.
3.FÀ TRENTA E UNO TRENTUNO.
Quando manchi poco per raggiungere lo scopo prefisso, conviene fare quell'ultimo piccolo sforzo ed agguantare la meta: in fondo da trenta a trentuno non v'è che un piccolissimo lasso. La locuzione rammenta l'operato di papa Leone X( che nato Giovanni di Lorenzo de' Medici (Firenze, 11 dicembre 1475 – †Roma, 1º dicembre 1521), fu il 217º papa della Chiesa cattolica dal 1513 alla sua morte e fu sensibile a sollecitazioni nepotistiche e non solo.,nonché proclive alla concessione della porpora cardinalizia) che fatti 30 cardinali, in extremis ne creò ex abrupto un trentunesimo non previsto.
4.FÀ UN’ANEMA E CCURAGGIO.
Ad litteram: raccogliere insieme anima e coraggio; id est: disporsi con slancio ad unire l’animo e le forze occorrenti ad affrentare una situazione che si presenti a prima vista densa di incognite e pericolosi risvolti di talché per venirne a capo occorra quasi stringere in un unicum la mente ed il cuore non essendo bastevole usarli separatamente.
5.FÀ ZITE E MMURTICIELLE E BBATTISIME BBUNARIELLE.
Letteralmente: fare(partecipare a)matrimoni e funerali e battesimi abbastanza buoni.Id est: non mancare mai, anche se non espressamente invitati, a celebrazioni che comportino elargizioni di cibarie e libagioni, come accadeva temporibus illis quando la maggior parte delle cerimonie si svolgevano in casa, allorchè il parroco o prete del rione non mancava mai di rendersi presente a battesimi o matrimoni, per presenziare alla tavolata che ne seguiva. La cosa valeva anche per i funerali (murticielle) giacché, dopo la sepoltura del morto, i vicini erano soliti offrire ai parenti del defunto un pantagruelico pasto consolatorio spesso comportante gustose portate di pesce fresco.
BRAK
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