1. PARÉ 'NU PIRETO ANNASPRATO.
Letteralmente: sembrare un peto inzuccherato. Lo si dice
salacemente di chi si dia troppe arie, atteggiandosi a superuomo, pur non
essendo in possesso di nessuna dote fisica o morale atta all'uopo. Simili
individui vengono ipso facto paragonati ad un peto che, non si sa come, sia
inzuccherato, ma che per quanto coperto di glassa dolce resta sempre un
maleodorante, vacuo flatus ventris.
2. L'ACCÍOMO Ê BBANCHE NUOVE.
Letteralmente: l' Ecce òmo ai Banchi nuovi. Cosí oggi i
napoletani sogliono indicare quei giovani, che - per essere alla moda - non si
radono, mantenendo ispidi ed incolti quei pochi peli che dovrebbero costituire
l'onor del mento, e per apparire in linea con i dettami della moda si mostrano
smagriti e pallidi. La locuzione rammenta una scultura lignea sita in
un'edicola posta ai Banchi Nuovi - quartiere napoletano sviluppatosi a ridosso
della Posta Vecchia e Santa Chiara - scultura rappresentante il CRISTO reduce
dai tribunali di Anna e Caifa, ed appare il Cristo, dopo le percosse e gli
sputi subiti dai saldati romani, sofferente, smagrito, con la barba ispida, lo
sguardo allucinato, proprio come i giovani cui la locuzione si attaglia.
3. 'A RIGGINA AVETTE
BISOGNO D''A VICINA.
Letteralmente: la regina dovette ricorrere alla vicina.
Iperbolica locuzione con la quale si sottolinea che nessuno è bastevole a se
stesso: persino la regina ebbe bisogno della propria vicina, figurarsi tutti
gli altri esseri umani: siamo una società dove nessun uomo è un'isola.
4. SENZA ‘E FESSE NUN CAMPANO 'E DERITTE.
Letteralmente: senza gli sciocchi non vivono i furbi; id
est: in tanto prosperano i furbi in quanto vi sono gli sciocchi che consentano
loro di prosperare.
5. L'ACCÍOMO Ê BBANCHE NUOVE.
Letteralmente: l' Ecce òmo ai Banchi nuovi. Cosí oggi i
napoletani sogliono indicare quei giovani, che - per essere alla moda - non si
radono, mantenendo ispidi ed incolti quei pochi peli che dovrebbero costituire
l'onor del mento, e per apparire in linea con i dettami della moda si mostrano
smagriti e pallidi. La locuzione rammenta una scultura lignea sita in
un'edicola posta ai Banchi Nuovi - quartiere napoletano sviluppatosi a ridosso
della Posta Vecchia e Santa Chiara - scultura rappresentante il CRISTO reduce
dai tribunali di Anna e Caifa, ed appare il Cristo, dopo le percosse e gli
sputi subiti dai saldati romani, sofferente, smagrito, con la barba ispida, lo
sguardo allucinato, proprio come i giovani cui la locuzione si attaglia.
6. CHI TÈNE CUMMEDITÀ E NUN SE NE SERVE, NUN TROVA 'O
PREVETE CA LL'ASSOLVE.
Letteralmente: Chi à comodità e non se ne serve, non trova
un prete che l'assolva. Id est: chi à avuto, per sorte o meriti, delle comodità
deve servirsene, in caso contrario commetterebbe non solo una sciocchezza
autolesiva, ma pure un peccato cosí grave per la cui assoluzione non sarebbe
bastevole un semplice prete, ma bisognerebbe far ricorso al penitenziere
maggiore.
7. QUANNO NUN SITE SCARPARE, PECCHÉ RUMPITE 'O CACCHIO Ê
SEMMENZELLE?
Letteralmente: poiché non siete ciabattino, perché
infastidite le semenze? La locuzione barocca, anzi rococò viene usata quando si
voglia distogliere qualcuno dall'interessarsi di faccende che non gli competono
non essendo supportate, né dal suo mestiere, né dalle sue capacità intellettive
o morali. Le semenze sono i piccolissimi chiodini con cui i ciabattini sogliono
sistemare la tomaia sulla forma di legno per procedere alla fattura di una
scarpa.
BRAK
Nessun commento:
Posta un commento