LE NOBILI ORIGINI D’’A ‘MMUNNEZZA NAPULITANA.
Sollecitato dalla lettura d’un paio di lettere dirette a IL MATTINO, e pubblicate il 03/03/08, intervengo nella diatriba sollevata circa il modo piú esatto di rendere in napoletano la parola spazzatura: mmonnezza o mmunnezza, cercando di fare un po’ di – mi auguro – decisiva luce sull’argomento! Chiarisco súbito che nella faccenda non c’entra nulla una eventuale trasformazione in napoletano di una iniziale etimologica O in una U , traformazione che talvolta accade in lingua napoletana per ragioni fono-morfologiche ( vedi chillo che è talora reso con chillu ed addirittura, in caso di passaggio, al neutro chellu ); non è il caso di ‘mmunnezza perché è assolutamente fantasiosa l’idea che la napoletana mmunnezza o meglio, come mo dirò, ‘mmunnezza derivi dal francese monnaie = moneta,valuta cosí come à affermato un non meglio identificato dotto (?) lettore del quotidiano napoletano, lettore del quale taccio le generalità, per evidenti ragioni di riservatezza.
Non so proprio donde questo signore abbia tratto quella da lui asserita derivazione, né è riconoscibile, nelle sue parole, un qualsiasi percorso semantico che ci induca a condurre la (moneta) monnaie francese alla ‘mmunnezza napoletana; d’altro canto i francesi la loro immondizia la chiamavano ed ancóra la chiamano (con voce plurale) (les) ordures (donde la lingua nazionale nostra à tratto lordura = sporcizia, spazzatura, riducendo al singolare una parola plurale ed agglutinandone l’articolo: les ordures è diventato le ordure e poi l’ordure da cui, per agglutinazione: lordure; è vero che il denaro è lo sterco di Satana, ma considerare la monnaie, come spazzatura pur essendo veramente singolare, non corrisponde ad alcun percorso semantico o morfologico-etimologico!
D’altro canto la ‘mmunnezza partenopea non è neppure un basso adattamento dell’immondizia della lingua nazionale (con un passaggio popolare della O di immondizia alla U di ‘mmunnezza)! Si puó non credere, ma la partenopea ‘mmunnezza à origini molto piú antiche e nobili (... e non per merito di Iervolino, Bassolino & Di Palma...) origini risalenti al latino medioevale: *in + munditia(s)facere = pulire (con la scopa) espressione di pertinenza dei monasteri (cfr. Du Cange Glossarium ad scriptores mediae et infimae latinitatis. pag. 777); da *in-munditia si arriva a ‘mmunnezza secondo il seguente percorso morfologico che prevede una doppia assimilazione: una prima regressiva: nm passa ad mm ed una seconda progressiva: nd passa ad nn ed un’ aferesi della i di in : in-munditia diventa mmunditia donde mmunnitia ed infine mmunnezza anzi per me che preferisco render ben visibile la strada etimologica percorsa ‘mmunnezza con due emme e con il segno dell’aferesi per la caduta della i di in.
E mi fermo qua, atteso che ‘e ‘mmunnezza ne tenimmo fino a ‘ncopp’ â cimma d’’e capille!
Raffaele Bracale
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