domenica 4 gennaio 2009

VARIE 39

1Arrostere ‘o ccaso cu ‘a cannela
Ad litteram: arrostire il cacio con la candela piú consonamente affumicare il cacio con la candela id est: cercare di ottenere qualcosa con mezzi inadeguati come sarebbe tentare di ottenere l’affumicatura di un formaggio con l’ausilio di una candela; impresa impossibile stante la scarsità dei mezzi usati.
2 Asseccà ‘o mare cu ‘a cucciulella
Ad litteram: prosciugare il mare servendosi della minuscola valva di una arsella
Locuzione che, come la precedente significa: tentare un’impresa disperata, qui con l’aggravante di voler conseguire una cosa inutile oltreché impossibile: nessuno riuscirebbe, anche avendo a disposizione grandissimi mezzi, a vuotare il mare.
3 Accattarse ‘o ccaso.
Ad litteram: portarsi via il formaggio. Per la verità in lingua napoletana il verbo accattà significa innanzitutto: comprare, ma nella locuzione in epigrafe bisogna intenderlo nel suo significato etimologico di portar via dal latino: adcaptare iterativo di capere (prendere).
La locuzione non à legame alcuno con il fatto di acquistare in salumeria o altrove del formaggio; essa si riferisce piuttosto al fatto che i topi che vengono attirati nelle trappole da un minuscolo pezzo di formaggio, messo come esca, talvolta riescono a portar via l’esca senza restar catturati; in tal caso si usa dire ca ‘o sorice s’è accattato ‘o ccaso ossia che il topo à subodorato il pericolo ed è riuscito a portar via il pezzetto di formaggio, evitando però di esser catturato. Per traslato, ogni volta che uno fiuti un pericolo incombente o una metaforica esca approntatagli, ma se ne riesce a liberare, si dice che s’è accattato ‘o ccaso.
4. Aiza ‘ncuollo e vatténne
Ad litteram: alza addosso e va’ via; id est: caricati indosso quanto di tua competenza ed allontanati. Robusto modo di invitare qualcuno, probabilmente perché importuno, ad allontanarsi avendo cura di portar via con sé quanto di sua spettanza, per modo che non abbia a scusante, per ritornare, il fatto di dover recuperare il suo. Anticamente era, sia pure limitatamente alla prima parte della locuzione l’ordine che si impartiva ai facchini, affinché principiassero sollecitamente la loro incombenza di trasportar merci o altro issandole sulle loro robuste spalle; oggi, limitatasi la locuzione ad un invito, sia pure perentorio ad allontanarsi che viene rivolto agli importuni, l’aiza ‘ncuollo della locuzione è pletorico e viene mantenuto per non guastare il sapore di antico di cui è pervasa l’espressione.
aíza =alza, tira su voce verbale (2° pers. sing. imperativo) dell’infinito aizà=alzare dal lat. volg. *altiàre denominale da altus; da *altiàre l’antico napoletano trasse un auzare/auzà→ aizà come del resto altus diede auto donde con epentesi di una v eufonica, àvuto→àveto= alto;
‘ncuollo = loc. avverbiale = addosso; ma letteralmente sul collo formata da un in→’n illativo ed il sostantivo cuollo= collo (dal lat. collu(m))
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