QUATTORDICESIMA DI NAPOLI- PARMA 2 a 3
LI Ò VISTI COSÍ
La favola bella è finita. Ieri il Parma à riportato gli azzurri con i piedi per terra e con una rocambolesca vittoria spense i sogni del Napoli di Mazzarri che collezionò la quarta sconfitta della sua era. Immeritata, inattesa? Non saprei! Quel che so è che ieri mentre ci sintonizzavamo sulle frequenze SKY l’amico Federico ed io e facevamo il consueto giuoco su chi pagasse il caffè pronosticando il risultato finale e Federico s’era espresso per un pareggio, leggendo il nome dell’arbitro: Romeo, commentai: Federí i’ ‘a veco nera, chisto ce ‘ntosseca ‘a jurnata! E – sfortunatamente – vinsi il caffè… Eppure le premesse non erano state cattive; dopo soli tre minuti Lavezzi s’era inventato un pallone d’oro per Quagliarella che non aveva mancato il bersaglio. Mi dissi tra me e me: Allora è vero che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. E allora jammo annante guagliú e palla e parola a vvuje: a Ezequiel Lavezzi, a Marek Hamsik,a Fabio Quagliarella ed a chiunque altro si sentisse all’asltezza di governar palla e parole! Salto triplo sulla Champions. Salto triplo sull’Europa. Imprescindibili. C’è poco da fare: Mazzarri non poteva che puntare soprattutto sulle intuizioni e sui gol di voialtri. Gli uomini del salto di qualità: perché se è vero che Grava, Rinaudo e Campagnaro blindano la difesa, che Pazienza e Gargano corrono per dieci e che gli esterni possono e qualche volta fanno male, è altrettanto vero che il destino del Napoli era quasi interamente nelle mani dei tre attaccanti: determinanti e decisivi, è cosí, con assist o gol. Lo raccontavano i numeri, sin dalla partita di San Siro con il Milan, quella della svolta: assist di Lavezzi e Campagnaro fa 1-0. E con la Juve? A segno tutti e tre, con Marek che pe ghionta ‘e ruotolo si divorò anche un calcio di rigore. E poi, la Lazio, l’ennesima dimostrazione del teorema: Quaglia s’inventò un assist pazzesco e lo slovacco fece fare a Muslera ‘e ccroce a mmana smerza - con un accarezzato pallonetto da ovazione. Tutto qua: poco altro da aggiungere; l’obiettivo? È chiaro che era la Champions, ed il Napoli tutto ci credeva, ci credeva assai: era l’obiettivo, altro che storie. È un sogno che, via via, si andava trasformando in obiettivo concreto, ma che invece ieri al termine della gara svaní come nebbia al sole! La corsa sarebbe stata complessa, sia chiaro, perché il Palermo, la Samp e la Juventus non avrebbero mollato fino alla fine,e soprattutto non avrebbe mollato il Palazzo che vede volentieri la zebra e non il ciuccio nella Champions; ma proprio per questo l’occasione sarebbe stata ghiotta come poche altre e gli azzurri che pure ànno dalla loro un impianto e un’organizzazione invidiabili: gioco, personalità, carattere, non se la dovevano lasciar sfuggire. E dispiace: soprattutto poi per quei tre: uomini di valore assoluto che, tra l’altro, ànno davanti la prospettiva di un Mondiale. E se Marek è già certo del posto sudafricano, con tanto di fascia da capitano sistemata sul braccio e gli occhi di un’intera Nazione dritti (e speranzosi) sul suo ciuffo, il Pocho ed il Quaglia sono ancora in fibrillazione. Sono entrambi titolari di ottime chance iridate, ma è ovvio che per loro la grande garanzia può essere soltanto la prestazione. Le prestazioni: le ultime sei partite del campionato. In questa chiave non tutto è finito. Doppio traguardo. Triplo, se vogliamo, considerando i gol. I leader Lavezzi è a quota 5 reti e vuole arrivare almeno a quota 8, ovvero al bottino racimolato nel primo campionato disputato con la maglia del Napoli (7 in quello scorso); Quagliarella, invece, aveva già realizzato 8 gol,e con quello di ieri 9, ma vuole quantomeno arrivare in doppia cifra come è accaduto nelle ultime tre stagioni (13 il massimo raggiunto con la Samp e l’Udinese); Marek à già migliorato tutti i suoi record, sia in A sia in Italia (9 con il Napoli e 10 con il Brescia), ed era a un passo dal coronare l’obiettivo dichiarato a Natale di 12 gol; fatto! Era ad 11, gliene mancava uno. Ed allora, il Parma. Il prossimo avversario. La squadra che tutti ricordavano per una serie di errori arbitrali che costarono la vittoria all’andata: punti importanti da recuperare. Perché: «Vogliamo la Champions». Lo avevano detto a gran voce sia Fabio, sia Marek, sia il Pocho. Ognuno in momenti diversi. Sí, perché se è vero che Mazzarri non à mai dichiarato l’obiettivo della squadra, lo è altrettanto che la squadra, i giocatori, ànno sottolineato a piú riprese di credere nell’impresa. Di volerla: «È un dovere provarci», l’idea ribadita da tutti. Nessuno escluso. La volata finale è dietro l’angolo, e di ostacoli da saltare ne mancano sei: Parma, Bari, Cagliari, Chievo, Atalanta e Sampdoria. Missione possibile. Missione Europa. Ma il primo ostacolo è stato fatale! Il gioco si è fatto duro, le responsabilità sono aumentate: Marek, Quagliarella e Lavezzi ne sono perfettamente consapevoli. Missione Europa, missione leader: perché un giocatore cresce e si consacra quando trascina i compagni e si assume una responsabilità. Roba da duri.
Dall’incontro di ieri, conclusosi per malasorte napoletana con una immeritata sconfitta, iniziò – come si disse da qualcuno - una lunga partita a scacchi: la piú interessante, la piú complessa, con in palio non piú la Champions,ma un posto in Europa ed il Napoli dovrà giocarla, questa partita accortamente , come i leggendari maestri russi od americani, per poterla spuntare: scacco matto in cinque mosse. Cinque , sí, come le partite che mancano alla fine del campionato: quella di ieri con il Parma andò come andò e non pensiamoci piú, adesso ci aspettano altre cinque finali con la Sampdoria all’ultima giornata. Dal 10 aprile al 16 maggio: poco piú di un mese di fuoco. Ma tutto da gustare e centellinare; questa è dunquela griglia degli avversari, che propone il calendario: dopo il Parma, ci saranno il Bari in trasferta (e non sarà facile, soprattutto con tanti squalificati…),il Cagliari al San Paolo (e, facendo gli scongiuri, se po’ fa!), il Chievo a Verona (e sarà durissima), Atalanta (squadra satellite della Juve) a Fuorigrotta (anche questa durissima…) ed infine la Samp (che ci auguriamo sarà già fuori giuoco) al Ferraris. Uno scontro, al momento, diretto. Un testa a testa, considerando la classifica, ma con postilla. La storia è questa: i blucerchiati occupano il quarto posto insieme con il Palermo, a 51 punti, 2 piú del Napoli, ma il calendario è davvero insidioso. Blucerchiati con il mal di testa: domenica il Genoa nel derby di Marassi; e poi il Milan in casa e la Roma in trasferta. Trittico terribile, e non finisce qui: Livorno a Genova e finale da brividi con trasferta a Palermo nella penultima giornata e la sfida con il Napoli in chiusura. Insomma, doriani attesi da un ciclo terrificante: tutti avversari in lotta per qualcosa. Considerando indecifrabile il cammino della Juventus, a questo punto scheggia impazzita che oscilla tra una depressione galoppante e l’ipotesi di un rigurgito d’orgoglio, non resta che il Palermo: i rosanero affronteranno Chievo in casa, Cagliari in trasferta, Milan in casa, Siena in trasferta, Samp in casa e Atalanta in trasferta. Il tris finale è ancora da decifrare in chiave scudetto e salvezza, ma il calendario dei siciliani appare tutt’altro che proibitivo. «A noi non interessano i risultati degli altri», aveva détto all’Olimpico di Roma Walter Mazzarri. Sarà anche vero a livello assoluto, ma mai come in questo mese sarà impossibile prescindere dai risultati altrui. Un esempio pratico? Visto che con il Parma le cose sono andate nel peggiore dei modi possibili, il tecnico ed i suoi non potranno fare altro che tifare per il Genoa nel derby: l’incastro giusto significherebbe un possibile sorpasso.
Andarci per gradi, comunque, sarà la formula migliore. E la costanza e la regolarità (salvo qualche giornata storta che può capitare ed è normale che càpiti) dimostrate finora dal Napoli in campionato, sono le armi in piú da snudare. Senza dimenticare l’importanza delle vittorie in trasferta: a gli azzurri l’impresa non riesce dal 24 gennaio a Livorno, ma la corsa verso l’ Europa , od il quarto posto, passa anche e soprattutto attraverso le scorribande in trasferta.
La Champions, dicevamo, era l’obiettivo possibile ed inseguito quantunque non dichiarato, eppure l’Uefa (che conosce bene le manfrine del Palazzo italiano) à incluso il Napoli nell’elenco delle squadre candidate ai preliminari, e dalla Svizzera sono anche cominciate le indagini relative alle strutture alberghiere di spicco della città: disponibilità e supporti logistici al microscopio. Cose di routine, comunque, andate in scena anche a Palermo, Genova e Torino. Come l’individuazione delle date dei preliminari: l’italiana qualificata si giocherà l’accesso alla competizione regina d’Europa il 17 o il 18 agosto (andata) e poi il 24 o il 25 agosto (ritorno). La partita era già cominciata, ma l'impresa che attendeva il Napoli, che però ormai si è chiamato fuori dalla corsa verso la Champions, non era per niente semplice. Oltre a badare ai suoi risultati, i partenopei devono guardare anche le altre squadre(soprattutto il Palermo),augurandosi che commettano passi falsi.
In piú, tutti sappiamo che il Napoli à fatto troppi pareggi e senza offesa per Quagliarella, con un attaccante come Milito già gli azzurri sarebbero stati al 4° posto in beata solitudine. Contro Milan e Lazio, grazie alla "mira” degli attaccanti, non si è chiusa la partita. Poi inoltre si vede una squadra che à perso di brillantezza, speriamo che mi sbaglio e che abbia ragione De Sanctis che afferma«Napoli merita l'Europa».Sbrigata tuttavia malamente la pratica Parma, Morgan De Sanctis guarda alle cinque "finali" che sanciranno il verdetto finale, ma contestualmente ripassa mentalmente ciò che il Napoli à fatto sinora.
Aveva détto: «Per noi oggi esiste solo il Parma. La partita piú difficile è sempre quella che arriva per prima. Giochiamo sabato, anticipiamo la giornata e cercheremo di fare nostra la gara».Non ci à visto giusto… E pensare che in caso di vittoria avrebbero potuto anche mettere pressione su chi andrà in campo la domenica. Aveva aggiunto: « Abbiamo grandi motivazioni ma anche il Parma verrà per giocarsi le ultime carte per l'Europa. Di certo siamo concentrati su sabato e poi si vedrà di volta in volta».Non si sbagliò riguardo i gialloblú, speriamo che non si sbagli sul futuro!
Per De Sanctis il segreto di questa risalita esaltante è il gruppo: «Senza dubbio. Tra noi c'è sempre stata unione. Nelle gioie e nelle difficoltà, lo spogliatoio à sempre dato tutte le energie mentali e fisiche dimostrando attaccamento alla maglia. C'è unità di intenti e vogliamo davvero raggiungere qualcosa di bello. Mazzarri ci à guidato in maniera esemplare e tra noi c'è sintonia e fiducia. Non so dove saremo a fine campionato, però una cosa posso dirla: lotteremo con tutte le nostre forze fino all'ultimo secondo di questa stagione». Contro il Parma furono le
cento volte Pocho che non le festeggiò al meglio! Cento volte Ezequiel: in Italia ed in Europa. Con la pelle azzurra ed il sangue caliente. Con le magie, gli scatti, i sorrisi sornioni ed i dribbling ubriacanti che che ànno fatto innamorare un popolo. Ed allora, il traguardo: sabato con il Parma, Lavezzi giocherà la centesima partita con la maglia del Napoli. Il San Paolo si prepari al grande applauso: se i tifosi napoletani ànno ricominciato a sognare dopo gli anni bui, il merito è anche di questo argentino timido capace di risvegliare il mito del Diego.
Ma ieri non è bastato!
E guardiamo le singole prestazioni
DE SANCTIS: 5.poco presente e poco reattivo. Sui gol subiti non ebbe particolari colpe anche se, in generale, non dimostrò di essere presente e reattivo.
GRAVA: 5,5.troppo audace Prima di ieri , stava disputando un campionato al di sopra delle aspettative, ma alcune volte con i ducali fu troppo audace e sicuro nel portare pericolosamente palla. Perse il duello con Crespo.
Dal 43’ st HOFFER: sv. Non era il santo cui votarsi per sperare in una svolta in cinque minuti, ma non c’errano altri!
CANNAVARO: 4 – Il peggiore.À sulla coscienza due dei tre gol parmensi.Culo di piombo si defilò dalla lotta e non ne fece una buona! La migliore fu quella di farsi ammonire, in modo che, diffidato, verrà squalificato e non ce lo ritroveremo con il Bari! Dimostrò oltretutto di non essere nemmeno intelligente prendendosi un’ammonizione sciocca quando sapeva d’esser diffidato. Si lasciò scappare Crespo che mandò in gol Antonelli con faciltà estrema. Poca consistenza in contrasto, inesistente nel gioco aereo, casinista e per nulla propositivo negli sganciamenti offensivi.
CAMPAGNARO: 6 A corrente alterna.Quando spinse esaltò il San Paolo, ma come frangiflutti non fu un baluardo insormontabile, quantunque dovesse cantare e portar la croce.
ZUNIGA: 5,5.A ds. è la sua zona. Spinse in scioltezza ed i tempi di inserimento sul fondo furono quasi perfetti. Utile in appoggio come nell’occasione del gol di Hamisk, ma mancarono i cross giusti e la fase difensiva. Grava , Gargano e Pazienza furono costretti a fare gli straordinari.
ARONICA: 6- anche lui a corrente alterna Buona la spinta in fase di possesso, ma poco concreto nei contrasti. Nervoso, commise un fallaccio su Jimenez che gli costò il giallo e la trasferta di Bari.
Dal 28’ st BOGLIACINO: 5. Leggero il suo approccio alla gara. Molle l’inserimento in area su invito al gol di Lavezzi. Mai nel vivo del gioco, tentò senza successo sparute ed approssimative aperture di gioco.
PAZIENZA: 6,5. Polmoni e cuore d’acciaio a tutto campo. Si inserí in area e tolse involontariamente dai piedi di Quagliarella una palla invitante e pericolosa che giungeva dalla destra. Solita grande quantità, ma poca la qualità. Dal 28’ st CIGARINI: 5. Ancóra pochi minuti per il geometra azzurro che alternò buone giocate ad altre sbilenche.
GARGANO: 6.5 – Ottimo.Quanto corse Walterino. Recuperò palloni in quantità industriale e si mostrò ispirato in regia come quando sradicò un pallone dai piedi di Valiani e lanciò Zuniga. Peccato che in una serata cosí i suoi compagni non si siano dimostrati all’altezza. Che spreco!
HAMSIK: 6,5.Giocò solo un tempo, ma gli bastò per far gol E sono 12.Promessa rispettata e migliorabile. Uno score di tutto rispetto per lo slovacco che offrí una prestazione vivace dalla cintola in su (lèggi: dal secondo tempo, nel primo bighellonò improduttivamente) sia in avanti che nel supporto ai compagni in mediana.
QUAGLIARELLA: 6,5.bravo ed ingenuo. Pronti via e si bevette i centrali del Parma girando in rete l’assist di Lavezzi. Ormai a suo agio nel ruolo di rifinitore, garantí qualità in manovra e profondità quando si inserí. D’accordo, Paci provocò, ma la reazione fu fuori luogo: espulso, salterà Bari e con Denis infortunato saràun’assenza pesante.
LAVEZZI: 8. Il migliore Partenza bruciante. Scivolò via sulla destra con velocità impressionante ed offrí una palla d’oro per Quagliarella.Nel prosieguo fu l’uomo ovunque del Napoli: Lavezzi contro tutti! Si mosse poi su tutto il fronte offensivo e sbucò per vie centrali, ma fu ancóra poco decisivo in chiave realizzativa. Meritava di festeggiare con una vittoria le 100 presenze in maglia azzurra.
MAZZARRI: 5,5. À le sue responsabilità!Una pietra sulla Champions. Con il Campagnaro degli ultimi tempi e con il Cannavaro che si ritrova, forse era il caso di inserire Rinaudo, frenare Aronica in difesa e dirottare l’argentino a sinistra. Non c'è dubbio, Maggio, Dossena e Denis sono infortuni pesanti, ma a gennaio qualche rinforzo in piú lo avrebbe potuto chiedere: nun se po’ frijere ‘o pesce cu ll’acqua! Mister, c’è un’altra Europa da salvare!
L’ARBITRO ROMEO 3,5 indecente Uno dei peggiori fischietti incrociati dal Napoli. Mandato dal palazzo a rovinare il club napoletano, tenne fede al mandato, cosa che del resto aveva già tentato o fatto: alla quindicesima d’andata (Napoli vs. Bari 3-2) ed all’ottava di ritorno (Bologna vs Napoli2 -1), ma ieri si superò espellendo Quagliarella e fischiando sistematicamente contro gli azzurri… Nella media della mediocrità arbitrale italiana: atleticamente impreparato,lento e bolso, fischiò sempre di lontano; fu molto fiscale dando l’impressione di voler fare il preciso, ma in realtà si limitò a sfavorire il Napoli,che dalle sue decisioni si ritroverà con molti squalificati oltre ad aver perso un incontro importante.
Mi chiedo: quando De Laurentis comincerà a farsi sentire nelle sedi competenti ed a ricusare questi arbitri indecenti?
Raffaele Bracale
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