venerdì 25 ottobre 2013
DUE ESPRESSIONI MINACCIOSE
DUE ESPRESSIONI MINACCIOSE
Mi è stato chiesto, via e-mail, dal caro amico A. M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per illustrare significato e portata delle seguenti due locuzioni: 1.SIENTE MUNTEVERGINE
2. Allo sfrio sient' l'addore! che piú correttamente è da completare, nella sua accezione originaria[trattandosi di un dialogo] con la risposta: Gli ò cosí testualmente risposto venendo alla spiegazione:
Si tratta in ambedue i casi di una non tanto velata minaccia fatta a chi infastidisca o gabbi il prossimo. 1)Nel primo caso la minaccia è rivolta a chi agisca spavaldamente con arroganza, impertinenza, insolenza etc. non temendo eventuali reazioni/busse che, invece gli vengono prospettate con il termine eufemistico di , al sg. castagna che in napoletano è un s.vo f.le[dal lat. castanea , der. del gr. kástanon "castagna, castagno"]; al pl. , valgono per traslato [semanticamente da ricondurre al fatto che la castagna, frutto del castagno, è protetta da uno spinoso infido riccio] generiche pericolose percosse o anche imprecisati, dannosi guai ed alibi anche errori donde l’espressione piglià ‘ncastagna= cogliere in fallo.Interessante è l’accostamento tra Montevergine ed il frutto del castagno; in realtà il piú rinomato luogo di produzione campano di castagne è Montella, non Montevergine che però viene usato nell’espressione perché è a Montevergine nei pressi del santuario omonimo che c’è lo smercio piú proficuo di gustosissime castagne infornate vendute infilzate in tipiche collane di spago.
2) Nel secondo caso la minaccia è rivolta a chi credendosi furbo agisca proditoriamente in dànno altrui, mai sospettando che gli si possa rispondere pan per focaccia, cosa che invece gli vien prospettata con l’espressione espressione che in origine fu sulle labbra di un disonesto pescivendolo che aveva ceduto ad un povero prete un pesce tutt' altro che fresco e richiesto dall'avventore intorno alla bontà della merce mentiva ed anzi lo prendeva in giro quasi vantandosi di avergli dato una fregatura asserendo che l'odore del pesce fresco si sarebbe manifestato al momento di cucinarlo, ma il furbo sacerdote , che aveva capito tutto e lo aveva ripagato con danaro falso, gli replicò per le rime dicendogli che al momento che avesse tentato di scambiare la moneta ricevuta, avrebbe avuto la cattiva ventura di doversene dolere in quanto si sarebbe accorto della falsità del danaro. Questa la storiella popolarmente riportata, tuttavia non è da escludere che le cose siano andate diversamente e cioè che sia stato il curato a tentare di acquistare merce con denaro falso e che lo scaltro pescivendolo, accortosene, lo abbia ripagato con merce avariata!La locuzione, al completo di battuta e risposta, è oggi usata nei confronti di chi pensa di aver furbescamente dato una fregatura a qualcuno e non intende di esser stato ripagato con medesima moneta...
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A. M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste due paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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