TÒRTANO NAPOLETANO
Questa ciambella rustica, è in uso a Napoli tradizionalmente nel tempo pasquale, ricordando, con la sua caratteristica forma a corona circolare, la corona di spine imposta a Cristo durante la sua passione; poiché però gli ingredienti di questa ricetta sono reperibili durante tutto l’anno e non solo nel tempo primaverile (tempo pasquale) nulla vieta che la si prepari in altre occasioni, come le festività natalizie o quando piú aggradi: è sempre un asciolvere fantastico!
ingredienti e dosi per 6 – 8 persone
per la pasta
farina, 1 kg.
lievito di birra 2 cubetti,
sugna gr. 100
poco sale fino , molto pepe nero
per il ripieno
:
400 gr.
di formaggi misti (provolone dolce e piccante, caciocavallo, fontina, pecorino
ecc.) tagliati a cubetti di circa ½ cm. di spigolo,
300 gr.
di salame napoletano (a grana grossa) tagliato a cubetti di circa ½ cm. di
spigolo,
250 gr. di mortadella con pepe e pistacchio in un’unica spessa fetta poi tagliata a
cubetti di circa ½ cm. di spigolo, formaggio pecorino grattugiato, gr 100
2 etti
di ciccioli** casarecci,
4 uova
sode,o anche di piú ad libitum,
sale
fino e pepe nero
q.s.
procedimento
Stemperate
il lievito in acqua tiepida (che non sia troppo calda), impastatelo con un
pochino di farina, fatene un panetto e lasciatelo crescere per una mezz'ora,
coperto.
Disponete
la farina a fontana, ponetevi al centro lo strutto, il sale, il pepe, il panetto
cresciuto, il formaggio pecorino grattugiato e, aiutandovi con acqua tiepida,
mescolate tutto fino a ottenere una pasta morbida che lavorerete con forza per
circa una diecina di minuti battendola
sul tavolo.
Fatela
poi crescere in una terrina coperta, in luogo tiepido, per un paio d'ore o fin
quando la pasta non avrà raddoppiato di
volume.
Tagliate
tutti i formaggi ed i salumi a dadini e le uova in sei spicchi ognuno.
Mescolate tutto meno le uova.
Quando
la pasta sarà cresciuta, sgonfiatela battendola con le mani e stendetela allo
spessore di un centimetro. Disponete su tutta la superficie, uniformemente, dapprima
il pecorino grattugiato e poi tutto il
ripieno, e disponete anche le 4 o piú uova sode tagliate a spicchi a distanza
regolare ed arrotolate con delicatezza la pasta, il piú strettamente possibile
fino ad ottenere un tronfio rotolo di pasta farcita.
Ungete
di strutto uno stampo largo provvisto di un tronco di cono centrale, per modo che
disponendovi intorno il rotolo suddetto se ne ottenga una ciambella con buco centrale ;
disposto, come ò detto, il rotolo di pasta a ciambella, unitene bene
le estremità e rimettetelo a crescere in luogo tiepido coprendolo con un panno.
Quando
il tòrtano avrà lievitato (accorreranno almeno due ore) infornatelo a forno
moderato (170°) per settantacinque/ottanta
minuti e sformatelo quando sarà freddo, servendolo porzionato
a spicchi.
Questo
tòrtano è comunque ottimo sia caldo che freddo.
Osservazioni:
a)
una delle ineludibili presenze caratteristiche del tòrtano napoletano è la
sugna o strutto, ingrediente che non può assolutamente essere sostituito con altri
grassi (olio o burro); un/una napoletano/a che lo facesse ( come purtroppo ò
visto fare da taluna inesperta massaia piú attenta ai falsi tabú del
colesterolo e della linea, che ai dettami della sana tradizionale cucina
partenopea...) incorrerebbe nella scomunica latae sententiae e meriterebbe di essere scacciato/a con abominio dalla comunità
napoletana !
b) quando nella pasta ci sono grassi e ripieno,
talvolta la lievitatura tarda a
verificarsi; sarebbe quindi opportuno, per non avere sorprese, preparare la
pasta il giorno precedente a quello in cui verrà consumato il tortano.
c)*tòrtano
= ciambella rustica (dal lat.tort(ilis)tòrto, ritòrto+suff.tonico di pertinenza anus(ano)→tortàno
diventato poi nell’uso comune tòrtano).
Atal
proposito e cioè del fatto che nel
tòrtano napoletano non può assolutamente mancare la sugna rammento il détto
napoletano: Essere ditto tòrtano e ssenza
‘nzogna! che viene usato da chi si difenda di un’accusa ingiusta chiarendo
che non gli si può dare del tòrtano (cioè accusarlo d’aver fatto alcunché)
mancandone i presupposti di prove certe ed inconfutabili cosí come non si può
di una ciambella dirla tòrtano se manchi il suo ingrediente principe, la sugna!
d)**ciccioli= plur. di cicciolo (s. m. ciò che resta a seguito di pressatura dei tocchi di grasso del maiale dopo che siano
stati fusi ad alta temperatura per
ricavarne lo strutto); la voce è un derivato di ciccia; la parola a margine in napoletano diventa ciculo e
al plur. ciculi ma l'etimologia è
molto piú complessa in quanto ciculo/i
deriva da un latino volgare *insiciculu(m) da un classico insiciu(m)=carne
tritata attraverso un'assimilazione s-c→c-c,
aplologia (caduta di una sillaba all'interno di una parola che dovrebbe
presentare, in base alla sua etimologia, due sillabe consecutive identiche o
simili) ed aferesi della sillaba d'avvio in.
e) ‘nzogna s.vo f.le = sugna. Precisiamo súbito
che la voce napoletana a margine che
rende l’italiano sugna o strutto è voce che va scritta ‘nzogna con un congruo
apice (‘) d’aferesi (e qui di
sèguito dirò il perché) e non nzogna privo del segno d’aferesi,
come purtroppo càpita di trovare scritto in molti sedicenti esperti dell’idioma
napoletano.
Ciò
detto passiamo all’etimologia e
sgombriamo súbito il campo
dall’idea (maldestramente messa in giro da qualcuno che nzogna, (cosí
erroneamente scritto e non ‘nzogna) possa essere un adattamento dell’ antico italiano sogna(sugna)
con protesi di una n eufonica e dunque non esigente il
segno d’aferesi (‘) e successivo
passaggio di ns→nz, dal latino (a)xungia(m),
comp. di axis 'asse' e ungere 'ungere'; propr. 'grasso con cui si
spalma l'assale del carro'; occorre ricordare che nel tardo latino con la voce axungia si finí per indicare un asse di carro e non certamente il
condimento derivato dal grasso di maiale liquefatto ad alta temperatura,
filtrato, chiarificato, raffreddato e conservato in consistenza di pomata per
uso alimentare, mentre gli assi dei carri venivano unti direttamente con la
cotenna di porco ancòra ricca di grasso.
Ugualmente mi appare fantasiosa l’idea
(D’Ascoli) che la napoletana ‘nzogna possa derivare da una non
precisata voce umbra assogna per la
quale non ò trovato occorrenze di sorta! Messe da parte tali fantasiose
proposte, penso che all’attualità, l’idea semanticamente e morfologicamente piú
perseguibile circa l’etimologia di ‘nzogna sia quella proposta
dall’amico prof. Carlo Iandolo che prospetta un in (da cui ‘n)
illativo + un *suinia (neutro plurale,
poi inteso femminile)= cose di porco alla cui base c’è un sus- suis= maiale con doppio suffisso di
pertinenza: inus ed ius; da insuinia→’nsoinia→’nzogna
Vini: Corposi vini rossi campani (Solopaca,
Aglianico, Piedirosso, Taurasi) serviti a temperatura ambiente.
Mangia
Napoli, bbona salute!
raffaele bracale
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