venerdì 2 dicembre 2016
V ARIE 16/961
1 Chi tène cummedità e nun se ne serve, nun trova 'o prevete ca ll'assolve.
Letteralmente: Chi à comodità e non se ne serve, non trova un prete che l'assolva. Id est: chi à avuto, per sorte o meriti, delle comodità deve servirsene, in caso contrario commetterebbe non solo una sciocchezza autolesiva, ma addirittura un peccato cosí grave per la cui assoluzione non sarebbe bastevole un semplice prete, ma bisognerebbe far ricorso al penitenziere maggiore.
la parola prevete = sacerdote, prete è un sost. masch.le derivato dal lat. presbiter→prebite→prevete.
2 Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio ê semmenzelle?
Letteralmente: giacché non siete ciabattino,calzolaio perché infastidite le semenze? La locuzione barocca, anzi rococò viene usata quando si voglia distogliere qualcuno dall'interessarsi di faccende che non gli competono non essendo supportate, né dal suo mestiere, né dalle sue capacità intellettive o morali. Le semenze sono i piccolissimi chiodini con cui i ciabattini sogliono sistemare la tomaia sulla forma di legno per procedere alla fattura di una scarpa.
3 'A riggina avette bisogno d''a vicina.
Letteralmente: la regina dovette ricorrere alla vicina. Iperbolica locuzione con la quale si sottolinea che nessuno è bastevole a se stesso: persino la regina ebbe bisogno della propria vicina, figurarsi tutti gli altri esseri umani: siamo una società dove nessun uomo è un'isola.
4 Senza ‘e fesse nun campano 'e deritte.
Letteralmente: senza gli sciocchi non vivono i furbi; id est: in tanto prosperano i furbi in quanto vi sono gli sciocchi che consentano loro di prosperare.
5 'O purpo s'à dda cocere cu ll'acqua soja.
Letteralmente: il polpo si deve cuocere con l'acqua propria.Id est: bisogna che si convinca da se medesimo, senza interventi esterni. La locuzione fa riferimento a tutte quelle persone che recedono da certe posizioni solo se si autoconvincono; con costoro è inutile ogni opera di convincimento, bisogna armarsi di pazienza ed attendere che si autoconvincano, cosí come un polpo che per cuocersi non necessita di aggiunta d'acqua, ma sfrutta quella di cui è composto.
6 Dà 'ncopp' ê recchie.
Letteralmente: dare sulle orecchie. La locuzione consiglia il modo di comportarsi nei confronti dei boriosi, dei supponenti, dei saccenti adusi ad andare in giro tronfi e pettoruti a testa elevata quasi fossero i signori del mondo. Nei loro confronti bisogna usare una sana violenza colpendoli, sia pure metaforicamente, sulle orecchie per fargliele abbassare.
7 N' aggio scaurato strunze, ma tu me jesce cu 'e piede 'a fora...
Letteralmente: ne ò bolliti di stronzi, ma tu (sei cosí grosso)che non entri per intero nella pentola destinata all'uso. Id est: Ò avuto a che fare con tantissimi pessimi soggetti (stronzi), ma tu sei il peggiore di tutti, al segno che se ti dovessi bollire, eccederesti la misura d’ogni pentola destinata all’uso… Iperbolica e barocca locuzione-offesa usata nei confronti di chi si dimostri cosí esagerato pezzo di merda che se mai necessitasse di cottura, eccederebbe i limiti della pentola destinata alla bisogna rendendo cosí difficile, se non impossibile l’ipotetica l’operazione!
8 Tante galle a cantà nun schiara maje juorno.
Letteralmente: tanti galli a cantare non spunta mai il giorno. Id est: quando si è in tanti ad esprimere un parere intorno ad un argomento, a proporre una soluzione ad un problema, non si addiviene a nulla di concreto... Perché dunque farsi meraviglia se il parlamento italiano composto da un numero esorbitante di deputati e senatori, spesso in contrasto di idee solutive, pur nell’àmbito del medesimo partito o gruppo parlamentare…, non riesce mai a legiferare rapidamente e saggiamente: parlano in tanti...
9 Sí, sí quanno curre e 'mpizze...
Letteralmente: sí quando corri ed infili! Sarcastica locuzione che significa che qualcuno improvvidamente sta ponendo speranza in qualcosa che molto difficilmente si potrà avverare; la locuzione – come detto - è da intendersi in senso ironico, volendo dire: quel che tu ti auguri avvenga, non avverrà: ti mancano i mezzi e le capacità per farlo accadere!
La locuzione fa riferimento ad un'antica gara che si svolgeva sulle piazze di quasi tutti paesi meridionali. Si infiggeva nell'acciottolato della piazza del paese un'alta pertica con un anello metallico posto in punta ad essa pertica, libero però di dondolare al vento. I gareggianti dovevano, correndo a cavallo, far passare nell'anello la punta di una lancia, cosa difficilissima da farsi e pochi contendenti vi riuscivano...
10 Madonna mia, mantiene ll'acqua!
Letteralmente: Madanna mia reggi l'acqua. Id est: fa che la situazione non peggiori o non degeneri. L'invocazione viene usata quando ci si trovi davanti ad una situazione di contesa il cui esito si prospetti prossimo a degenerare per evidente cattiva volontà di uno o piú dei contendenti.
Brak
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