lunedì 16 giugno 2008

ROTACISMO NAPOLETANO

- Il fenomeno del rotacismo nella lingua napoletana.
Il passaggio di taluni originali suoni consonantici a quello di R si verifica spesso ed in varie lingue a cominciare dal latino classico dove la S intervocalica diventa R per es:ausosa diviene aurora; similmente avviene con il suono N in albanese e rumeno . Non diversamente accade nella lingua napoletana dove il suono D può talvolta diventare R.
Per esempio il napoletano dice indifferentemente Madonna e Maronna. Talune volte capita poi che parole originariamente scritte con la d ànno poi prevalentemente, anzi quasi del tutto presa la forma con la r, come ad es.: annudo(nudo)che ora è sempre annuro , laddove molte altre parole presentano la doppia stesura, come ad es.: pere/pede.
Per converso poi può accadere, specie nel parlato dei ceti meno colti, che talune parole originariamente comportanti la consonante R, vengono rese- per quel fenomeno detto: ipercorrettismo – con la consonante D ad es.: dótto per rotto o peduno per per uno.
Il fenomeno del rotacismo napoletano però, non trova fondamento nel latino classico, bensì in un sostrato "mediterraneo/osco" antecedente all' indo-europeo del latino e delle lingue da esso discese.
Va infine chiarita una cosa:il napoletano è una lingua che , se si eccettua l'evanescenza delle vocali finali o talvolta pretoniche, è una lingua dicevo che si legge cosí come si scrive.Errano pertanto parecchi che, seppure napoletani da generazioni, avendo poca dimestichezza con la loro madre lingua leggono:rice là dove è scritto dice che non v'è ragione perché non conservi l'originale suono D.
Chi insomma volesse leggere e dire rice dovrebbe trovar scritto, o scrivere rice. Ogni altro atteggiamento diverso, davanti a questo fenomeno,fosse anche tenuto da napoletani famosi, risulterebbe arbitrario ed errato!
Raffaele Bracale

1 commento:

Unknown ha detto...

Interssantissimo! Nel dialetto romano, per dire sasso, si dice *sercio* . Deriva da "selcis". Che però, originariamente, non è latino, bensì proprio *osco*