RESTITUITECI IL NOSTRO PASSATO!
Con la presente do il la ad un’altra battaglia che – al solito – mi toccherà cominciare da solo, ma che, spero quam primum,troverà altri combattenti che mi affianchino, prestandomi (ove necessario) l’ausilio dello loro gambe, visto che io non posso piú usare le mie. Vorrei essere aiutato e sostenuto a chiedere a chi di dovere (Comune – Provincia – Regione e/o altre istituzioni) di RESTITUIRCI IL NOSTRO PASSATO, ritornandoci gli originarii, storici nomi di alcune strade e/o piazze napoletane e cioè di restituirci i nomi di corso M. Teresa (e non piú corso Vittorio Emanuele), largo Mercatello ( e non piú piazza Dante), Largo di Palazzo ( e non piú piazza Plebiscito); tutti i nomi che beceramente sostituirono quelli originarii sostanziano a dir poco una disdicevole forma di adulazione servile e nel caso di piazza Plebiscito addirittura si sostanzia il reato di apologia di reato: non v’è chi non sappia infatti (anche tra gli storici di regime) che il plebiscito con il quale si definí l’annessione del Reame al Regno sardo e poi d’Italia, fu un plebiscito-farsa condotto in porto truffaldinamente e sotto la minaccia delle armi. Occorre dunque che chi di dovere (Comune – Provincia – Regione e/o altre istituzioni) si decida a restituirci il nostro passato, ed oltre la sostituzione del nome di alcune strade e/o piazze partenopee occorre eliminare dalla facciata del Palazzo reale di Napoli quell’orrenda, incongrua statua di Vittorio Emanuele II, sostituendola con una di Francesco II Borbone 2 Sicile! Le statue ospitate nelle nicchie della facciata del Palazzo reale di Napoli,rappresentano o dovrebbero rappresentare i Re di Napoli ed il savoiardo Vittorio Emanuele II non fu mai Re di Napoli, fu solo un volgare usurpatore; l’ultimo autentico monarca di Napoli fu Francesco II Borbone 2 Sicile!
Chi è d’accordo mi segua e mi aiuti, grazie!
Raffaele Bracale.
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1 commento:
don Rafè, avete perfettamente ragione. Anzi di più: perché la questione è nazionale. Pure a Milano. Largo Augusto? Ma quando mai. "Largo del Verzée": come infatti era là, al Verzée e non a Largo Augusto, che Carlo Porta aveva trovato nella sua fantasia la Ninetta.
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