lunedì 3 maggio 2010

‘O MARIUOLO

‘O MARIUOLO
e cioè il mariolo, il ladro ed estensivamente la generica persona disonesta anche quando non sia dedita al furto continuato; nella parlata napoletana che à voci capaci di fotografare tutta la vita nelle sue manifestazioni ed accezioni non poteva mancare una parola come mariuolo che designasse la figura del cattivo soggetto che (prima di comprendere il disonesto in genere, il furbo e truffatore) segnatamente fu quel ladro di basso profilo che a far tempo dalla fine del ‘700 ed i princípî dell’’800 operava piccoli furti di destrezza in istrada sottraendo a disattenti pedoni orologi da tasca , fazzoletti di seta e portamonete; esistettero negli anni che ò détto addirittura delle scuole ad hoc dove i mariuoli alle prime armi prendevano lezione e si allenavano sottraendo a dei fantocci preparati all’uopo le mercanzie ricordate, facendo attenzione durante gli… allenamenti a non far titinnare i numerosi campanelli di cui erano forniti i pupazzi, campanelli che se avessero titinnato avrebbero dimostrato che il mariuolo non stesse agendo con la dovuta rapidità e destrezza e pertanto avrebbe dovuto continuare ad imparare, magari sferzato dolorosamente dalla verga o dallo staffile del maestro mariuolo. Per ciò che attiene all’etimologia del termine mariuolo non c’è uniformità di vedute; taluno si trincera dietro un etimo incerto, qualche altro (D.E.I.) propende per un antico aggettivo francese mariol = furbacchione,forse da collegare ad un’origine orientale (turca) donde forse anche il greco mod. margiólos= astuto, furbo etc. qualche altro ancóra lo legherebbe allo spagnolo marraio e marrullero = imbroglione, monello;la proposta del D.E.I.sarebbe interessante se si fermasse al francese mariol e non chiamasse in causa (senza specificarla!) un’origine turca, ma Carlo Battisti che si prese la responsabilità della lettera M evita di chiarire o precisare e con la sua proposta non mi convince per cui non mi sento di accoglierla, come non posso accogliere l’idea dello spagnolo marraio o marrullero morfologicamente troppo lontana da mariuolo e non chiarita nel percorso morfologico da seguire per pervenirvi; trovo invece molto interessante la scuola di pensiero (C. Iandolo) che fa risalire la voce mariuolo ad un acc. latino malevolu(m)→marevolu(m)→marevuolo con sincope definitiva della v donde mareólo→ mareuólo e mariuólo
quantunque nel napoletano siano rintracciabili piú frequentemente delle epentesi consonantiche eufoniche ( n, v) infisse a mezzo di dittonghi o di iati, che delle sincopi.
In coda a quanto fin qui détto, rammento che in napoletano il termine ladro è reso oltre che con il generico termine mariuolo con altri due, piú circoscritti termini che qui prendo in esame:
ferrajuolo s.vo m.le in primis indicò un ampio mantello a ruota, largo e senza maniche, di seta o di stoffa leggera di vario colore, usato in età rinascimentale dagli uomini di elevata condizione sociale,e successivamente in epoca ottocentesca, in panno pesante, da persone di bassa condizione sociale quali pastori e/o contadini; infine nel tardo ottocento il ferrajuolo di panno pesante fu usato anche dai ladri per ripararsi durante il loro incedere notturno e per metinomia tale mantello indicò il ladro che l’usava. Oggi, tornato ad essere un ampio mantello a ruota, largo e senza maniche, di seta o di stoffa leggera di colore alternativamente nero o cremisi , è indossato sull’abito talare solo da preti (nero) prelati (cremisi) e cardinali (rosso) | (estens.) ampio mantello da uomo; etimologicamente è voce derivata dall'ar. fariyul, che è dal lat. palliolum, dim. di pallium 'mantello';
manacancino s.vo m.le letteralmente agglutinazione di mana cu ancino→manacancino (=mano provvista di uncino) e cioè ladro armata manu, ladro provvisto di mezzi offensivi.
ancino s.vo m.le = uncino, dispositivo di presa e trazione che si applica in genere a bastoni o pertiche di legno, costituito da una barretta di ferro con un'estremità appuntita e curvata in modo da formare un gancio a raggio di curvatura molto stretto e con la punta rivolta all'indietro; per estens., gancio appuntito, rampino; voce derivata dal lat. uncinu(m), deriv. di uncus 'uncino, arpione', che è dal gr. ónkos.

Raffaele Bracale

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