lunedì 13 agosto 2012
PUBBELLA
PUBBELLA
Anche questa volta ci troviamo a parlare d’un vecchissimo vocabolo (fine XVII sec.) completamente desueto e quasi scomparso che si può ritrovare esclusivamente nel parlato di qualche vecchissimo napoletano aduso al linguaggio popolare se non plebeo.
Diciamo súbito che con la voce in epigrafe i popolani napoletani tra la fine del 1800 ed i primi del 1900 indicarono il secchio per l’immondizia, la pattumiera domestica.
Per comprendere la nascita e la formazione di tale vocabolo dell’idioma napoletano, occorrerà fare un passo all’indietro nella storia d’Europa e risalire al 1884, allorché il prefetto di Parigi, Eugenio Poubelle, obbligò i parigini a procurarsi 3 scatoli o secchi per i loro rifiuti: uno per le materie bio-degradabli, uno per gli stracci e la carta ed un altro per il vetro, i cocci di terraglia ed i gusci delle ostriche... Riciclatore ante litteram, monsieur Poubelle non immaginava allora che i secchi per i rifiuti sarebbero veramente entrati nelle case degli europei soltanto dopo la seconda guerra mondiale!
In Italia invece Napoli ebbe anche tale primato e già fin dalla fine del 1800 adottò,sotto la deprecata ( ovviamente) per i malevoli a digiuno di storia patria...) dinastia del Borbone sebbene senza intenti riciclatori,il secchio, anzi i secchi per la spazzatura domestica dandogli il nome di pubbella, dritto per dritto dal cognome del sig. Eugenio Poubelle che ne aveva imposto l’uso.
Oggi che Napoli e la Campania ànno (per l’ignavia e l’incapacità dei propri amministratori passati, presenti e – speriamo, non anche futuri) il grave problema della spazzatura, sembra quasi una barzelletta che Napoli un tempo adottasse tra le prime città dello stivale, il secchio per la spazzatura domestica e procedesse ad una sorta di raccolta differenziata!Non sempre il fluire del tempo apporta progresso o miglioramenti. Tutto sommato, si stava meglio quandi si stava (a voler credere ai proff. giacobini Scirocco, Marotta ed altri ) peggio!
Precisazione
Non leva e non mette se alla fine del 18oo quando monsieur Poubelle instituí a Parigi la raccolta differenziata, copiata poi a Napoli, da noi si fossero insediati gli invasori piemontesi,per cui (come dice qualche giacobino risorgimentalista) il merito dell’idea della raccolta differenziata spetterebbe a loro e non al Borbone; non leva e non mette perché i curatori della cosa pubblica napoletana erano, negli anni 1861 e ss., i medesimi amministratori del tempo del Borbone, vendutisi però a gli italiani invasori, ma conservando le idee ed i comportamenti voluti sotto Ferdinando II e Francesco II di Borbone.
raffaele bracale
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